martedì, maggio 29, 2012

Mani in alto!...Cambiamo canale!


Pochi giorni fa, in una data, che non sono riuscito a precisare, grosso modo compresa tra il 20 e il 24 maggio del 2012 (almeno l’anno è sicuro! Certo, quel che più importa è il giorno preciso in cui nasciamo, non il giorno preciso in cui moriamo, di cui, in fondo, non dobbiamo preoccuparci perché, solo invano, potremmo protestare…), è morto Eugene Polley…chi è vi chiederete? Io ho scoperto della sua esistenza  troppo tardi, ovvero stamani, quando ho letto della sua dipartita alla veneranda età di 96 anni.
Insomma, chi era? È stato l’inventore del telecomando nell’ormai lontano 1955.
Eugene Polley, all’epoca dell’invenzione, era un ingegnere della Zenith Radio Corporation, ditta che fabbricava sia radio che televisori e che, dal 1950, aveva iniziato a produrre apparecchi televisivi  da cui penzolavano mediante un cavo dei telecomandi. Nel 1955, Polley, dopo forse avere tranciato il cavo del telecomando a seguito di una furiosa lite con la moglie che preferiva i film d’amore alle partite di baseball, ideò il Flashmatic, un comando a distanza, privo di filo, che, mediante un raggio di luce inviato ad una cellula fotoelettrica presente sul televisore, consentiva di accendere, spegnere e cambiare i canali.
Che forma aveva? Sembrava una pistola, il cui grilletto, se schiacciato, non sparava proiettili ma fasci di luce…simpatico, eh? Simpatico si, ma poco preciso perché se, ad esempio, un raggio di sole, mentre si cambiava canale, lambiva il televisore, il telecomando di Polley smetteva di funzionare!...e poi magari succedeva come alla famiglia di “Poltergeist”, nel quale la TV si ribellava ai padroni e iniziava ad inghiottire membri della famiglia…

Ultima curiosità! Sapete quanto costava il primo telecomando? Bhè, la fantastica cifra di…150 dollari!
E pensare che oggi o lo trovi al supermercato con pochi euro o, con i progressi della tecnologia attuali, manco ti serve più!

Nel caso vogliate meglio documentarvi sull’inventore del telecomando e su ciò che la sua proliferazione ha comportato, leggete quest’articolo davvero ben scritto!

A presto!

lunedì, maggio 28, 2012


Ciao, mie cari visitatori superstiti! Non ho abbandonato il blog in questo ultimo periodo, non pensatelo!
Sono stato oberato di impegni e ho avuto poco tempo per scrivere ma spero di riprendere al più presto e, soprattutto, a pieno regime!
A...prima di quanto immaginiate!
Il vostro Rino

mercoledì, maggio 16, 2012

Jazz on the Beach col "Cristina Campoccia Quintet"!


Giunto alla 27esima edizione, dal 14 al 20 maggio 2012, torna sul lungomare di Mondello “The World Festival on the Beach”, una rassegna internazionale di sport a 360° ma non solo: molti, come è ovvio pensare, sono sport acquatici, come il windsurf o il beach volley, ma potremmo includere altre specialità come il golf o lo sky diving.
Quel che al vostro Rino interessa e che lo accomuna al caro e pigro Gad(ma di certo, buongustaio!) è la sezione del World Festival on the Beach dedicata alla live music, il cui programma è, anche quest’anno, assai nutrito e interessante. Mi riferisco alla sotto-rassegna “Jazz on the Beach” con la quale alcuni degli allievi della Scuola Popolare di Musica della suggestiva Fondazione “The Brass Group”, nelle stesse  serate del festival sportivo, si esibiranno lungo la spiaggia di Valdesi.

È con gran piacere che vi segnalo l’evento di giovedì 17 maggio alle 21, che vedrà come protagonista indiscusso il “Cristina Campoccia Quintet”. In tale occasione, infatti, la suadente voce della cara amica, Cristina Campoccia, sarà accompagnata dal sax tenore di Luca Agnello, dalla chitarra di Giuseppe Madonia, il basso di Riccardo Romano e in ultimo e non meno importante la batteria di Massimo Morabito. Le note calde e poderose di questa jazz band esordiente si mescoleranno con le suggestive note della natura delle onde che infrangendosi sulla battigia plauderanno la talentuosa ed entusiasta Cristina Campoccia.

Che aspettate? Andate!

Chi: Cristina Campoccia Quintet
Quando: 17 maggio 2012, ore 21

Dove: Lungomare di Valdesi, a Mondello

Per info sul programma di Jazz on the Beach 2012 cliccate qui.

mercoledì, maggio 09, 2012

Vitale il Marinese al Loggiato


Sarà visitabile fino al 27 maggio 2012, nelle sale espositive del Loggiato San Bartolomeo, sito assai acaro al vostro amico Rino, “Astrazioni cromatiche”, mostra personale di Mimmo Vitale, noto ai più come “il Marinese”.
Tale esposizione include ben settanta tra, soprattutto, opere in olio su tela ma anche carboncini e pregevolissimi acquarelli di un artista fiero d’essere siciliano e soprattutto nativo di Marineo al punto che, come ricordavo,  firmava le sue creazioni non con il suo nome ma con quello che, nel tempo, circa 50 anni di attività artistica, è diventato il suo pseudonimo, “il Marinese”.
Gran parte delle opere esposte sono quadri geometrici di medio formato in cui i protagonisti indiscussi sono l’effetto illusorio della terza dimensione ma, soprattutto i colori caldi e intensi. A proposito di questa peculiarità così ha affermato il critico d’arte Francesco Carbone: “il colore è per Vitale l’essenza portante, l’elemento prioritario che coordina ogni altro rapporto con gli oggetti raffigurati e trasognati”.  E tra queste strisce, triangoli e quadrati colorati spesso si incontrano ora una farfalla, ora un fiore, ora gli occhi di una persona che spia ma non vuol farsi spiare…
Pregevoli sono le opere che più direttamente si ispirano alla realtà e tentano di coglierne i sensi forse più segretamente nascosti . Ho volutamente scelto un’immagine scattata dall’alto di un quadro raffigurante un campo di papaveri per simboleggiare la magia che esso evoca quando il visitatore lo osserva da quel punto di vista speciale…l’effetto illusorio è eccezionale! Se, infatti, lo osservate da vicino noterete che la resa finale è differente.
Titolo: Astrazioni cromatiche
Dove: Loggiato San Bartolomeo,
via Vittorio Emanuele 25
Fino al 27 maggio 2012
Orari: mar.-sab. 9,30-13; 16-19,30;
festivi 9,30-13
Ingresso libero

martedì, maggio 08, 2012

Prendo...due colombacce con una fava!

Anziché prendere “due piccioni con una fava”, oggi ho deciso di mangiarmi le fave e tentare di acchiappare le colombacce che, da qualche mese ormai, troppo insistentemente svolazzano sul mio giardino, raccattano molliche a loro non riservate, e si riproducono allegramente sotto il mio naso! Non sapete cosa sono le colombacce? Sono uccelli grossi e impettiti quanto le colombe ma di colore grigiastro e con sfumature marroni che, a detta di alcuni, sono animali immaginari che solo pochi stralunati possono vedere…

Non voglio perdermi in parole e frasi scritte senza controllo oggi e torno al detto iniziale volutamente distorto! Ho deciso di prendere una fava e due colombacce perché

1) come i miei devoti visitatori avranno notato, Rino (ahimè!) non scrive più nel weekend ma solo quando gli capita perché oberato da certi impegni settimanali che non sta qui a delinearvi così oggi, 8 maggio 2012, è un giorno di libertà e in cui può scrivere;

2) tornando alla fava, data la mia passione per la culinaria, perché non scrivere un post sulle, spesso bistrattate dalla storia e dalle popolari credenze, fave?

Le fave sono un legume molto diffuso in questo periodo dell’anno. Caratteristiche sono il loro colore verde brillante e la loro inconfondibile dolcezza al palato, specialmente se consumate fresche e quando sono ancora molto piccole e tenere ma anche e soprattutto la loro ambivalente simbologia.

Sin dall’antichità greco-romana, in alcuni casi, erano considerate impure tant’è che, ad esempio, i sacerdoti eleusini non potevano cibarsene prima dei riti. Per quale motivo? Perché, secondo alcune credenze, mangiare fave significava cibarsi della testa dei propri genitori o, similmente secondo altre, le fave erano assimilabili al sangue (ed alla carne) ed agli organi genitali (e alla riproduzione), considerati elementi impuri al massimo grado!

Le fave, inoltre, erano considerate il simbolo del ciclo di vita-morte-rinascita e, di conseguenza, inerenti la sfera sotterranea e infera. La spiegazione di ciò, però, è presto fatta: soprattutto nel mondo mediterraneo, noto per le sue estese coltivazioni di frumento e grano, seminare un terreno a fave o con altri tipi di legumi è sempre stata una pratica usata dai contadini per rendere più fertili i terreni e prepararli a nuovi abbondanti raccolti di “oro giallo”. Soprattutto le fave secche, ritualmente cucinate nel periodo tra ottobre e dicembre (avete mai sentito nominare i favi a cunigghiu?) ancora oggi in Sicilia, simboleggiano i morti che, nell’apparente riposo invernale dei campi, si preparano a nascere, germogliando sotto terra, e rinascere propiziando i nuovi raccolti. Nell’antica Roma, una festa simile a quella dei morti in Sicilia o di Halloween nel mondo anglosassone ricorreva…proprio in questi giorni! In tutti i giorni dispari dal 7 al 15 maggio ricorrevano i Lemuria, da lemures, gli spettri che in tale periodo tornavano nel mondo dei vivi per intimorirli. E cosa racconta Ovidio in proposito?

A mezzanotte quando al silenzio invita il sonno,

e voi tacete, cani e uccelli variopinti,

chi l'antico rito rammenta e timore ha degli dei

balza dal letto senza sandali ai piedi

e le dita fa schioccare unendo il pollice al medio

per non incontrare ombra vana mentre tace.

Purificate le mani nella corrente di fonte,

si volge e prende in bocca nere fave;

poi le getta all’indietro dicendo:

«Le getto, e con queste fave me e i miei parenti redimo.»

Nove volte lo dice né indietro si volge. Si crede

che l’ombra le raccolga seguendolo senza essere vista.

Di nuovo egli si purifica con l'acqua,

batte recipienti di bronzo e prega

che quell’ombra dalla casa esca.

«Uscite, Mani paternii» per nove volte ripete:

si volta e crede il rito compiuto con purezza.

E, come si nota, come prima scrivevo, è ulteriormente inverata l’ambivalenza delle fave: in alcuni casi considerate impure, in altri pure; in alcune occasioni sono simbolo dei morti, in altri di rigenerazione e di vita…domani è il 9 maggio, un giorno dispari!;)

Alla prossima!

martedì, maggio 01, 2012

Me-She-It al teatro delle Balate



Esordisce domani sera, 3 maggio 2012, alle ore 21, nell’ambito della rassegna “Provocazioni”, lo spettacolo di danza contemporanea “Me-She-It”, al teatro delle Balate, nel cuore pulsante di idee della città di Palermo.
Questo spettacolo di danza alternativa è tutto incentrato sul corpo e, soprattutto, sulla sessualità, letta e interpretata in chiave tragicomica.
I soli protagonisti sono un uomo, sulla scena il coreografo Giuseppe Muscarello, impersonante un intellettuale il cui solo scopo pare essere la ricerca della sublimazione, un processo di estraniazione da sè che sposta tutte le pulsioni sessuali verso ambiti inconsistenti e immateriali, e una donna, la ballerina Federica Marullo, simbolo del sesso dell'uomo, che contrasta la razionalità dell'intellettuale imponendo il proprio istinto. L’uomo con la sua razionalità, quindi, sganciato dalle sue esplicitazioni più terrene e, al massimo grado, irrazionali…potrà resistere a lungo, in una società come la nostra, una tale specie di smembramento?
Secondo la chiave di lettura tragicomica di Muscarello, pare proprio di sì: in una società della globalizzazione e della smaterializzazione delle relazioni interpersonali, c’è spazio anche per questo.
Titolo: Me-She-It
Dove: Teatro delle Balate
Via delle Balate 3
Quando: 3-4-5-6 maggio 2012
Ore 21
Costo biglietto: 10 euro; ridotto 8 euro
Info: 0912735135; info@ibicultura.it