lunedì, dicembre 31, 2012

Grazie!



Buon pomeriggio dal vostro amicone Rino. Qualora non l’abbiate ancora scoperto, vi annuncio che oggi è il 31 dicembre, ultimo giorno del 2012…scoperta sensazionale, no?
Come accade a molti, o, per lo più, a quei pochi, anzi, pochissimi, che restano e non partono per le vacanze a causa di qualcosa che certi alieni chiamano “crisi”, oggi è giorno di bilanci e menate varie.
“L’anno prossimo sarà meno delinquente”, “l’anno prossimo un lavoro mi troverà”, “l’anno prossimo guadagnerò per poter trascorrere il capodanno fuori” e via discorrendo. Anch’io ho iniziato questo post per tracciare un bilancio ed esprimere dei propositi ma non ne sono più tanto convinto.
Certo…in questi giorni ho pensato molto ai gatti morti investiti perché, per le feste, le strade sono deserte e tutti, più o meno ubriachi, corrono pur non avendo fretta e li massacrano. Sono spesso piccoli e denutriti gatti che, ignari del loro misero destino, tentano di trovare tra i mucchi di spazzatura di una civilissima città qualche boccone di cibo.
Penso alla munnizza, che non solo trabocca dai cassonetti ma che i civilissimi palermitani ettanu direttamente dall’auto sui cigli delle strade, sui marciapiedi e davanti ai portoni delle case…alla faccia della differenziata che dilaga!
Le cose che non vanno sono tante e elencarle tutte è questione di tempo…penso che per far andare un po’ meglio le cose bisognerebbe formattare i cervelli dei nostri conterranei e riavviarli daccapo, voi che dite?
Un’ultimo ma importantissimo pensiero che posso racchiudere in una sola parola:
GRAZIE
a tutti voi che, quotidianamente, mi leggete e lasciate un silenzioso segno del vostro passaggio. Il mio blog è vivo grazie a voi e ve ne sono immensamente grato.
Qualora lo vogliate e qualora io mi mantenga in vita, anche nel 2013 sarò qui ad informarvi.

domenica, dicembre 30, 2012

Teste di legno a Palazzo Tarallo


Nell’ambito della rassegna d’arte, musica e poesia “Palermomade”, fino al 6 gennaio 2013, a Palazzo Tarallo, proprio nel cuore di Palermo, sarà visitabile “Teste di legno”, prima mostra personale dell’artista-attrezzista Roberto Lo Sciuto.


Come si evince dal titolo, essa espone teste, piedi, mani di pupi siciliani, originariamente destinate ad essere bruciate perché nessuno o quasi le usa più, ma che Lo Sciuto ha salvato, colorato e dipinto con colori accesi e fantasiosi e assemblato in modo ironico e divertente.
Proprio in una sede storica, Palazzo Tarallo, sita tra i vicoli del mercato popolare di Ballarò, sede decentrata del Museo Pitrè, il museo delle Tradizioni Popolari Siciliane, questa esposizione eccentrica e, come oso definirla, folcloristica, trova la sua collocazione ideale e più azzeccata.


Certo, come si evince dalle immagini, al di là degli arti e teste penzolanti che sembrano quasi reali e, in certa misura, inquietanti, o che sembrano anche evocare ex-voto tradizionali, spiccano i colori sgargianti e gli assemblaggi irriverenti, come la testa di turco che esce fuori da una caffettiera o quelle che escon fuori dagli scrigni e tante altre, come quelle del “Girariosto”, quelle del candelabro o del sonaglino, posizionato tra due antiche carrozze.

Incuriositi? Certo è una tradizione rivista che suona un po’ troppo alternativa e fracassona e non nascondo di aver percorso guardingo via delle Pergole, una via multicolore perché ormai multirazziale e alquanto degradata, ma ritengo che meriti d’esser rimirata.

Titolo: Teste di legno
Fino al 6 gennaio 2013
Orari: da martedì a domenica 9,30-18,30
Ingresso gratuito

N.B.1 Il personale in sede distribuisce gratuitamente il catalogo della mostra.
N.B.2 Contestualmente alla mostra è visitabile “Album 388°”, esposizione di foto tutte scattate durante l’ultimo Festino di S.Rosalia.

sabato, dicembre 29, 2012

Correte al museo, che è meglio!

Avete sentito parlare della manifestazione "Tutti al museo 2013", in corso in queste giornate di festa? Al modico costo di 1 euro o, addirittura, gratuitamente, è possibile visitare fino al 6 gennaio 2013 tutta una serie di musei cittadini che non sto qui ad elencar sia per lagnusia che perché c'è un sito ad essa dedicato.
Cliccate su Tutti al museo e spero corriate curiosi a vederne qualcuno!
Buon sabato!

N.B. Per evitare sorprese alquanto spiacevoli, nel caso vogliate visitare le fantomatiche "Stanze al Genio", mi raccomando, prenotate prima di andare! Io sono andato senza chiamare e che è successo? Ho citofonato e m'ha risposto uno che, pur avvertendomi che erano previste visite per il pomeriggio, mi ha lasciato...FUORI! Scortesia allo stato puro che, ovviamente, non mi invoglierà più a tornarci!

martedì, dicembre 25, 2012

Piccolo promemoria e non solo...

Buongiorno! Oggi sarò breve perché so che avrete poco tempo da dedicarmi...
Spero che, in questi giorni, abbiate visto i presepi che vi ho presentato perché meritano d'essere ammirati.
Che altro? Vi ricordo soltanto che, come lo scorso dicembre, anche in questi giorni e fino al 15 gennaio 2013, saranno visitabili i 200 e passa presepi dell'Istituto di San Giuseppe, in corso Tukory, a Palermo. Modalità, giorni e orari d'apertura non sono cambiati. Per rinfrescarvi la memoria, sotto vi riporto i link dei 5 post che, allora, ho loro dedicato.
Eccoli:
http://panormitania.blogspot.it/2011/12/i-presepi-dal-mondo-oriente-e-paesi.html
http://panormitania.blogspot.it/2011/12/presepi-dal-mondo-sicilia-e-resto.html
http://panormitania.blogspot.it/2011/12/i-presepi-dal-mondoe-dallafrica.html
http://panormitania.blogspot.it/2011/12/presepi-dal-nord-america.html
http://panormitania.blogspot.it/2011/12/presepi-dal-mondo-ultima-parte-sud.html

Che altro? Beh...............................................................................


sabato, dicembre 22, 2012

Un presepe tutto di carta a Palazzo Ajutamicristo


Dal 20 dicembre 2012 appena trascorso fino al 31 gennaio 2013 sarà, in via eccezionale, visitabile a Palazzo Ajutamicristo, “Un presepe di carta del ‘700”, esposizione del particolarissimo e preziosissimo presepe di cartone del duo di disegni e pittori settecenteschi palermitani Vito e d Alessandro D’Anna.
Si compone di 200 pezzi tutti in cartone sagomato e dipinto a tempera raffiguranti sia i tradizionali personaggi del presepe, ovvero la natività e gli angeli svolazzanti, sia pastori con pecore e mucche al seguito, artigiani ma anche paesaggi e e preziosi e particolareggiati edifici di stili architettonici ed epoche varie.

Meraviglioso è lo sguardo d’insieme: sebbene tutte le figure siano bidimensionali, Vito e Alessandro sono riusciti a rendere realistiche sia la terza dimensione che la visione prospettica.


Stupefacente è la cura dei dettagli del vestiario e dei particolari architettonici, che richiamano l’eleganza e la raffinatezza della pittura rococò ma, contemporanemanete, l’amore per l’illustrazione documentaria, tipico della cultura illuminista.


Sebbene susciti stupore e meraviglia, purtroppo la storia di questo piccolo, ma, allo stesso tempo, grande capolavoro, è davvero incredibile: commissionato nella seconda metà del’700 da un aristocratico palermitano, come si dice in siciliano ci arristò nne aggi, vale a dire non lo volle più e lo lasciò a impolverarsi nella bottega di D’Anna padre, Vito, il quale, alla fine, col morale a terra decise di donarlo ai padri Filippini dell’Olivella. Dopo tante peripezie, il presepe è stato acquistato dall’antiquario Nicola Burgio e, con nostra fortuna, dopo l’ultima volta in cui è stato reso visitavile, nel 1994, in questi giorni si può nuovamente ammirare nel suo splendore.



Titolo: Un presepe di carte del ‘700

Dove: Palazzo Ajutamicristo
Via Garibaldi 23, Palermo

Da: 20 dicembre 2013 a: 31 gennaio 2013

Orari: da martedì a sabato 9-18; festivi 9-13

Ingresso gratuito

domenica, dicembre 16, 2012

La rappresentazione del presepe - Parte II

Come preannunciato la scorsa domenica, sono tornato a visitare la mostra "La rappresentazione del presepe" di Matteo Brandi, al Teatro Politeama di Palermo, attualmente in corso, di cui vi offro una decente sequenza di immagini, qualora non siate andati, numerosi, a vederla.


In tale occasione, mi sono pure complimentato calorosamente con l'ideatore dell'opera, aiutato solo dal ceramista Filippo Leto, che ha realizzato alcune statuine e che, contestualmente alla mostra di Brandi, presenta la sua "Praesepe", nella quale espone dei presepi e delle natività collocate in sfondi "famosi" come lo Spasimo o varie chiese locali. Orari e periodo di apertura sono identici all'esposizione oggetto del post.

Ecco alcune immagini:
1) l'Annunciazione a Maria, mentre è intenta a lavare e stender panni;


2) Maria incinta e Giuseppe, nel corso della notte di Natale, cercano alloggio in una casa a Betlemme, da dove si intravede un interno riccamente rifinito di mobili, stoviglie e persino un forno acceso;


3) nato il bambinello, la coppia torna a Nazareth, passando davanti il tempio;


4) molti sono gli scorci di aree abitate, con vive attività commerciali ad ogni angolo;


5) tra le scene di vita adulta di Gesù, spiccano le nozze di Cana;


6) chiudo con la scena del tradimento di Giuda, all'interno del bosco degli ulivi;


Buona settimana!

domenica, dicembre 09, 2012

La rappresentazione del presepe di Brandi al Politeama Garibaldi


Da oggi, 9 dicembre 2012, al 6 gennaio 2013 sarà visitabile nella Sala degli Specchi del teatro Politeama di Palermo  “La rappresentazione sacra del presepe”, una personale un po’ insolita di un’artista-artigiano d’eccezione, tal muratore palermitano di nome Matteo Brandi.  


Da ormai tanti anni Brandi, dopo ogni faticosa giornata di lavoro, dedica le sue nottate alla realizzazione di una giganteggiante opera, realizzata coi materiali più vari, dalla terracotta al cartone, dal gesso al polistirolo, che possa rappresentare, immaginata come un lungo e tortuoso cammino, la storia della vita sulla Terra di Gesù Cristo: dall’annunciazione dell’arcangelo  a sua madre, Maria, vediamo, spostandoci gradatamente dentro la sala, prima la coppia, poi, dopo la scena del presepe con personaggi mobili, la Sacra Famiglia verso l’Egitto fino ad arrivare a Gesù Cristo adulto sul tavolo della famigerata ultima cena e alla scena del tradimento di Giuda nel monte degli ulivi.


Una ricostruzione storica composta di tante stazioni, non a caso, un po’ come quelle della Via Crucis, modellate con passione e dedizione da un fervente e accorato credente.
Da visitare e rivisitare…proprio come farò io, magari incontrandovi (sebbene io sia sempre sotto mentite spoglie!), dato che il mio caro uovo-fotografo, il mio compare Philosophegg ha scattato foto che lasciano a  desiderare…sarà forse stato il maxi pranzo che si era pappato e che era per giunta 'mbriaco?

Titolo: La rappresentazione sacra del presepe

Dove: Teatro Politeama, Sala degli Specchi

Da: 9 dicembre 2012 a: 6 gennaio 2013

Orari:  tutti i giorni 10-14; 16-20
Esclusi i giorni del 24, 25, 26 dicembre, 31 pomeriggio e 1 gennaio mattina

Ingresso gratuito

Tempo e lagnusia permettendo!

Buona domenica di gelo a tutti! So che qualcuno di voi aspetta con ansia (nei miei sogni!) un mio nuovo post ma...vedremo! Il tempo è 'na schifezza e con la lagnusia che mi ritrovo, chissà se metterò piede fuori da casa!
Ce ne sarebbero cose presepiose da vedere e se rispunterò, spero che per voi ansiogeni sia una graditissima sorpresa!
Vi lascio regalandomi un tenue sorriso con una vignetta estrapolata da quel contenitore di idee e scempiaggini che sa essere facebook.


Divertente, no??
A prestissimo!

domenica, dicembre 02, 2012

Affacciati al "barcone" bella mia!


Buona domenica a tutti (beh, a me che son sveglio da un pezzo di sicuro considerato che molti vanno a nanna alle prime luci dell’alba e s’alzeranno dal letto a pomeriggio inoltrato!)!
Oggi è il mio giorno dedicato ai voli pindarici…insomma il giorno in cui passo di palo in frasca!
Giorni fa mi sono soffermato ad osservare il mio calendario: oltre a notare giorni su giorni in cui il nero si alterna a poche macchie di rosso, ho guardato con attenzione l’immagine soprastante…si, pensate bene! Ho uno di quei calendari coll’immagine di un paesaggio che cambi di mese in mese!
Raffigurava uno scorcio dell’Isola d’Elba: tante palazzine colorate una accanto all’altra che guardavano il mare al tramonto. Fissando attentamente ciascuna palazzina, sebbene, all’inizio, volessi sbirciare dentro le finestre e scoprire una qualche donnina seminuda, alla fine…una lampadina mi si è accesa dentro alla testa! Cosa ho notato invece? Di bonazze nude manco l’ombra…ma non c’era quasi manco l’ombra di un balcone!  Tutte le facciate, a meno di qualcuna, erano ricoperte di finestre e mancavano i balconi! Immaginate il mio stupore?...beh, ritengo di no perché le vostra vite continuano uguali come sempre anche se non lo sapete!
Da quel momento sono sprofondato in riflessione, operando un’analisi antropologica del…balcone! Girando per le vie di Palermo, avete mai visto case e appartamenti privi di balcone o barcone come osano pronunciarlo alcuni? Io mai! Ci sono sì case con molte finestre ma il balcone è elemento fisso!
Navigando col barcone on line mi sono chiaramente reso conto che esso è un elemento architettonico tipico dell’area euro-mediterranea: in muratura, di ferro (a Palermo molti palazzi nobiliari sette-ottocenteschi sfoggiano in bella posa i famosi balconi a petto d’oca ad esempio), di legno in qualche caso(le baite in montagna, no?)…insomma cambiano le forme e i materiali ma il balcone c’è sempre.


Perché? Perché uno spazio di grande socializzazione. È parte di un edificio privato, di una casa, nel senso di “home”, ma, allo stesso tempo, è uno sbocco sul pubblico, un punto di incontro e di scambio con l’alterità. Avete mai notato i tipici vicoli o quartieri periferici palermitani? È prassi trovare, soprattutto d’estate, crocicchi di persone sedute davanti alla porta che scambiano parole coi passanti e vicini, componenti di una grande famiglia. Il balcone, nei piani rialzati svolge la stessa funzione: apri la serranda o la persiana e compi qualche passo in fuori, ti sporgi e dallo spazio sia domestiche che sociale incontri il mondo e ne diventi parte.
Conosco gente che passa ore ed ore affacciata al balcone che non solo osserva il mondo ma diventa soggetto attivo con la sua presenza fisica in prima fila: il balcone diventa un palcoscenico aperto e i passanti sono spettatori attivamente partecipi.
La finestra rappresenta ben altro perché da essa osservi ma è difficile che tu sia osservato perché è facile celarsi. È un punto privilegiato sul mondo ma è più un retroscena perché basta una tenda e diventi una spia.
Da chi abbiamo ereditato il balcone, sia come elemento architettonico e quindi fisico che come frontiera tra pubblico e privato, interno e esterno? Ma che domande! Dai Romani.
I romani edificavano case di 2 tipi: le domus, dei ricchi tutte chiuse su se stesse ma con un atrio centrale e accessibile solo dalla famiglia; le insulae, una sorta di grandi condomini dell’antichità.
Le insulae erano dei veri e propri micromondi: al piano terra sorgevano per lo più botteghe e negozi, nei primi piani vivevano i benestanti, spesso proprietari delle botteghe e negozi; ai piani più alti, come si potrà immaginare, vivevano i poveracci che subaffittavano stanze e stanzini e persino i pianerottoli. Più famiglie popolavano gli stessi appartamentini, nei quali non esisteva la privacy e…le finestre! Poiché il vetro era costosissimo, si prendeva aria da finestre prive di telai e vetri e tende, che rassomigliavano a veri e propri balconi.
I balconi sono centri di socializzazione tipici delle aree anticamente abitate e conquistate dai romani, luoghi simboli dell’incontro e dello scambio…sarà questo il motivo per cui, più a sud si va, più la gente è cordiale e caciarona?
Buona continuazione di giornata!