mercoledì, gennaio 11, 2012

Sull'oro bianco...che non è un metallo!

Salve a tutti, miei affezionati lettori! Buon 2012! Spero di non esservi mancato troppo!
Certi impegni mi han tenuto lontano dal web ma, siatene certi, non vi ho dimenticato. Così, in attesa di tornare  a dedicarmi al blog a pieno regime, ho deciso di scrivere un post culinario, in linea con quanto avete assaporato nei mesi scorsi. A ben rifletterci, più che culinario spero sia saporito quanto basta in quanto corre il rischio di diventare alquanto salato!
Come si evince dal titolo, sto per scrivervi di oro bianco, che non è uno dei tre colori dell’oro, il metallo prezioso per eccellenza, ma del più comune cloruro di sodio, cioè del sale da cucina.
Ho deciso di scriverne mentre riflettevo sui tanti detti e parole ad esso legati: pensate al termine salario oppure all’espressione “il sale della terra” o ancora “rimanere di sale”, “avere poco sale in zucca” o il doloroso “spargere sale sulle ferite”…in tutto ciò il sale è protagonista indiscutibile!
Il sale è il condimento più comune e quasi onnipresente in ogni cucina e da epoca immemorabile. Secondo certe fonti, infatti, le più antiche sorgenti saline sfruttate dall’uomo risalgono al 6000 a. C. e si trovano a Lunca, in Romania.
Usato per condire ma anche e, soprattutto, per conservare più a lungo i cibi…pensate alle comunissime olive in salamoia, no? Salamoia non è un altro termine d’uso corrente?
Per molti secoli, se non millenni, è servito a conservare carne e pesce: animali sotto sale sono stati addirittura trovati in antiche tombe egizie. Per gli Egizi, infatti, esso era simbolo d’incorruttibilità.
E per i Romani? Roma fu una vera e propria civiltà del sale! Amando i cibi dal gusto forte, essi abbondavano quando salavano le loro pietanze. Oltre a produrlo nelle saline di Ostia, ne importavano da più parti percorrendo la famosa via Salaria, che collegava, attraverso l’Appennino, le coste dell’Adriatico a Roma.
Il sale, infine, era considerato una così grande ricchezza che la paga dei legionari, il salario, era proprio costituita da…sale! Il sale era una vera e propria moneta tant’è che divenne presto simbolo di saggezza. Ad esso è, in particolare associato il detto “cum grano salis”, cioè con un grano di sale: tra i primi cristiani, infatti, era diffusa la pratica di derivazione latina di porre sulla lingua del battezzato dei granelli di sale che, secondo la credenza, avrebbero trasmesso sapienza al nuovo proselito.
Ultima notizia: anche se mi sono espresso in termini generali, tra i tre usi che il sale avuto nella storia dell’uomo, ovvero per conservare, per condire e come moneta di scambio, è opportuno ricordare che ha sempre prevalso il secondo, contrariamente quanto a scuola gli insegnanti ci han sempre propinato: poiché mancavano i frigoriferi, per conservare i cibi più a lungo o per coprire il cattivo odore della putrefazione si usava il sale! Mai di più sbagliato! Il sale è sempre stato un bene di lusso perché molto costoso. Era il simbolo, quindi, dei ceti agiati, che desideravano il meglio e che si potevano permettere cibi sempre freschi e appena cotti. Ciò significa che aborrivano il consumo di cibi a lunga conservazione e, di conseguenza, le salamoie.
Ecco spiegato, riguardo al sale,  il perché l’uso del condire (pensate alle famose spezie!) ha prevalso sull’uso del conservare.

Nessun commento:

Posta un commento