venerdì, aprile 12, 2013

Pasquetta tra pecore, scarabei e tanta cacca!


Buon Pomeriggio, miei fedeli lettori! Dopo averci rimuginato sopra trovato finalmente ispirazione, oggi ho deciso di scrivere un post pindarico, quello nel quale procedo di palo in frasca mantenendo, però, un certo filo conduttore, una corda fatta di frasche intrecciate appunto… la cosa vi allieta?

Tutto parte dal giorno di Pasquetta scorsa quando, mentre trascorrevo tradizionalmente una giornata parecchio uggiosa in campagna, un nutrito branco di pecore, guidato da un cane pastore fantastico e molto professionale, mi passa vicino, lasciando una scia di cacca sulla via… stupefatti? Io no. Agli umani piace farla nel water, mentre a tutti gli altri che, messi insieme, di gran lunga sono più numerosi di noi, dove capita.
La normalità è loro, non nostra, specialmente se penso che esistono popoli che hanno inventato e tramandato riti incentrati sulla purificazione dal contatto con tutte le secrezioni corporali, dalla saliva al sangue, dalle feci ai lubrificanti vaginali e lo sperma, tutte reputate pericolose fonti d’impurità. L’antropologa Mary Douglas, in particolare, nel dedicare un intero studio al rapporto tra la purezza e il pericolo generato dal contatto fisico con le sostanze impure, che, comunque è lo stesso corpo ad espellere, ha scritto di un popolo indù, i Coorg, che vivono isolati in mezzo alle montagne per paura di venire in contatto con la cacca di altre etnie e con l’ossessione del controllo continuo su ciò che entra ed esce dai loro villaggi e città.

Ovviamente, come penso vi starete chiedendo, questi Coorg non si baciano alla francese? Non copulano? Ovviamente si, figuriamoci! Ma, alla fine, si lavano molto e organizzano riti purificatori conclusivi…


Torniamo alla sterco delle pecore. Sfidando le restrizioni Coorg, mentre facevo una passeggiata per smaltire l’opulento pranzo pasquettaro, ci ho camminato (abominio!)  vicino, scorgendo qualcosa di vivo che ci zampettava sopra: uno scarabeo stercorario! Come mi han riferito i locali, u scravagghiu ca fa i palli di cacca cu culu! Ampliando lo sguardo, lo scarabeo non era uno solo ma su ogni escremento ce n’era uno intento a compiere un gran lavoro!

Gli scarabei sono piccoli insetti, la cui dimensione varia dai 15 ai 25 mm, coprofagi, ovvero che si nutrono di cacca. Quando avvistano degli escrementi, escono impazziti dalle loro tane sotterranee e li raggiungono per trasportarveli dentro. Come li trasportano? Modellano con le zampe posteriori delle grosse(per loro) sfere di sterco che fanno rotolare fino alla loro residenza.
Oltre a cibarsene, usano la cacca appallottolata per deporvi dentro le uova…insetti affascinanti, non vi pare? Sono esemplari spazzini della Natura, che come stipendio chiedono soltanto beni in natura, che consumano e riutilizzano: alla faccia della raccolta differenziata!


Come molti di voi staranno pensando, sebbene pochissima gente ne abbia mai visto uno, nell’Antico Egitto lo scarabeo era assimilato al dio Khepri, il dio delle Trasformazioni e della Rinascita: nello specifico era proprio la palla di sterco ad essere associata al Sole che ogni giorno rinasce, dà luce e l’energia che fortifica tutte le creature viventi: in molte culture tradizionali, in particolare, lo sterco è sia usato per modellare mattoni, che isolano bene dal freddo, che come combustibile da bruciare sul focolare domestico.
E come medicina no? Sui monti Ladakh, nell’India nord occidentale,  ma non dove vivono i Coorg, molto successo ha il brokjun, un ricostituente usato per stimolare la memoria. Com’è fatto? Con la cacca delle mormotte!

A presto!

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