giovedì, aprile 05, 2012

A proposito di Pasqua, lo sapevate che...

In questi giorni si è nel pieno della Pasqua, una delle più suggestive feste cristiane. Essa coincide con il pieno e totale risveglio della natura, nel corso del quale tutto fiorisce e fruttifica e, in analogia col Cristo risorto, tutto quello che prima era nascosto, ma vivo, sottoterra, esce fuori, apparentemente, nascendo e crescendo. Il simbolo più rappresentativo è, chiaramente, l’uovo pasquale, simbolo di fecondità e di vita. Un tempo era un semplice uovo sodo di gallina, che spesso, dalle nostre parti, i fornai avvolgevano nella pasta di pane trasformandoli in un pupu cull’ovu, dal simbolismo ancora più forte (perché creava il sodalizio del pupo che ricorda le pupe di zucchero della festa dei morti, quelle che simboleggiano, per l’appunto, i morti, e l’uovo della risurrezione) mentre, oggi e da qualche secolo, le uova sono quasi dappertutto di gustosissimo cioccolato. Anche la sorpresa, che tutte le uova nascondono dentro il loro guscio, ha un assai chiaro significato cristiano: mentre il guscio rappresenta il sepolcro, la sorpresa incarna il Cristo miracolosamente ritornato alla vita.
Altro interessante aspetto della Pasqua sono le multiformi, colorate e, spesso, drammatiche rappresentazioni con annesse processioni rituali coinvolgenti le statue del Cristo risorto, di sua madre, Maria, all’inizio addolorata, poi in preda ad una gioia sovrumana alla notizia della risurrezione del figlio, e altri personaggi quali angeli e diavoli e similari.
Molto rappresentato è u ‘ncontru, nel corso del quale Maria, affranta dal dolore e per questo ricoperta da un lungo e ampio mantello nero, dopo aver vagato per le vie in cerca di un figlio che pensa di non rivedere più, scorgendolo a distanza perché appena risvegliatosi dopo 3 giorni di sonno mortale, fiero e sorridente, inizia a corrergli incontro, mentre il mantello nero, come una pesante zavorra, le scivola giù, lasciandola coperto di uno splendente manto azzurro. La scena  si conclude con un commovente e caloroso abbraccio, seguito da balli e musica allegra, che li conduce festosamente in giro per urlare al mondo la loro gioia.
Come ricorda Pitrè nel suo “Spettacoli popolari siciliani”, questa sacra rappresentazione evoca indubbiamente uno dei tanti miti greci, quello di Cerere e sua figlia Proserpina, su cui fece molta leva il cristianesimo ai suoi albori, in ogni dove, per cercare di sradicare il tanto bistrattato e disprezzato paganesimo.
Dopo il rapimento di Proserpina da parte di Plutone, dio degli inferi, che di lei si era invaghito, sua madre Cerere, dea delle messi e della terra, disperata per avere perso la figlia ma senza neanche essersi, però, persa d’animo, iniziò a vagare instancabilmente per poterla ritrovare e riabbracciare. Dopo un lungo peregrinare che fa persino insterilire la terra, giunge, infine, agli inferi, dove scopre che Proserpina, divenuta moglie di Plutone, ha mangiato un chicco di melagrano con cui si è legata indissolubilmente al regno dei morti. La madre, abbracciando la figlia, cerca di rincuorarla con parole così parafrasate da Omero: “se hai già gustato quel chicco, dovrai ancora tornare nell’abisso, sotto terra, e restare  negli Inferi per un terzo dell’anno e vicino a me e agli altri Celesti i rimanenti due terzi  […] quando sulla terra spargono i fiori le loro fragranze e germoglia ogni famiglia di piante”.
Il girovagare di Cerere somiglia a quello della Madonna proprio perché quando il cristianesimo si è sostituito al “paganesimo” è stato naturale agli “evangelizzatori” sovrapporre, sostituendolo, il culto di Cerere col culto di Maria, madre di Dio: per chi non lo sapesse, infatti, laddove anticamente sorgevano santuari dedicati a Cerere, in Sicilia soprattutto, è stato trasformarli in chiese dedicate alla Madonna assicurandole così un cospicuo numero di fedeli e onorificenze.
Tornando alle affinità tra mito greco e rito cristiano,  sia Cerere che la Madonna cercano i rispettivi figli…entrambi agli Inferi. Sia Proserpina che Gesù, però,  resusciteranno  ma sarà un tornare ciclico il loro, come ciclico è il movimento della Natura: le creature della natura nascono, crescono e muoiono così come Gesù Cristo che, ogni anno, nasce (a Natale), cresce per poi morire (a Pasqua) di una morte che preannuncia, altresì, una nuova rinascita.
Buona Pasqua a tutti!

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