domenica, ottobre 02, 2011

La parola fine dentro un carcere

La Sicilia secondo un prigioniero
Panormitania sta per chiudere. Dopo circa un anno e mezzo di vita, che ha, anche, visto, la morte del caro piccolo Gadrino, a causa di un brutto diabete, io, Rino, ho perso la motivazione a continuare a scrivere su blogger, per sopraggiunte incomprensioni.

Per un po’ lascerò il blog aperto per quei pochi (ma buoni!) affezionati lettori che, come ho notato, spesso, mi hanno fatto una visitina.

Nei miei progetti futuri è prevista la nascita di un altro blog, figlio di panormitania (ma non su blogger), oppure la nascita di un sito indipendente, come sapeva esserlo il caro Gadrino.



Vi saluto con un paio di foto scattate ieri, durante la visita del Carcere dei Penitenziati, uno dei tesori dell’Università di Palermo, sito in Piazza Marina, alle spalle di Palazzo Steri.

Sono foto di alcuni graffiti e disegni, molti dei quali a soggetto religioso, tracciati dai prigionieri, perseguitati dall’Inquisizione tra gli anni 1601 e 1782, sulle pareti delle celle, sia del settore femminile, a piano terra, che del settore maschile, al primo piano.

Vi consiglio vivamente di visitare i vari siti delle via dei tesori, anche perché, come ho provato, non ci sono molte code, i tempi d’attesa sono accettabili e le guide d’occasione, sebbene alcune stanche di ripetere sempre la stessa tiritera, sono abbastanza preparate.



Un prigioniero, simile a Cristo, trascinato da un inquisitore

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