mercoledì, agosto 14, 2013

Gita a Castelbuono!

Scorcio posteriore del Castello...a Rino piacciono le visioni alternative!
Ieri, il vostro Rino ha lasciato la desolata – ma così incantevole – Palermo per intraprendere una gitarella fuori porta – dietro l’angolo! – raggiungendo la famosissima…Ypsigro, la conoscete? Ypsigro, zona fresca e di media altitudine secondo i bizantini, è l’antico nome di Castelbuono, ridente località in provincia di Palermo, adagiata sulle pendici del colle Milocca, nel pieno Parco delle Madonie, verde di frassini, ciliegi e, soprattutto, frassini.

Panorama di Castelbuono visto dal Castello

Per molti secoli è stata dominio incontrastato della nobile famiglia Ventimiglia, uno dei componenti della quale, nel 1316, il conte Francesco, iniziò a farsi edificare il famosissimo castello, che ordinò di apporre sull’arco di S.Anna, all’ingresso dell’edificio, la seguente iscrizione, qui tradotta dal latino: “l'anno del verbo incarnato 1316, regnando il gloriosissimo Federico, re di Sicilia, noi, Francesco, conte di Ventimiglia, di Ischia maggiore e Geraci e signore delle due Petralie, abbiamo incominciato ad edificare questo castello belvedere Ypsigro nel nome di Cristo”.

L'arco di S. Anna

Il castello ha pianta quadrangolare e, sebbene sia il risultato di numerosi rifacimenti, richiama, per il suo volume a cubo, lo stile arabo, per le quattro torri ai quattro angoli, lo stile normanno e per la circolarità delle stesse, le costruzioni militari sveve.


Esso ospita, in particolare, la collezione permanente della Pinacoteca del Museo Civico di Castelbuono, una collezione di 25 opere della Donazione Di Piazza, tra le quali, degne di considerazione sono l’opera di Bruno Caruso con una donna – emicefala - con sullo sfondo il Castello e la scultura “memoriale” in tufo di Disma Tumminello.


Merita un’osservazione meticolosa, poi, la famosa Cappella Palatina, quasi interamente rivestita di stucchi, realizzata dai fratelli Giacomo e Giuseppe Serpotta, tra le cui figure spiccano dei bizzarri e gobbi genietti della lampada…

La Cappella Palatina e...
i geni della lampada!

Nelle sale vicine, inoltre, è ospitata una discreta collezione includente esemplari dell’oreficeria siciliana, parte del tesoro di S.Anna, il cui teschio è nella cappella – S.Anna è patrona del paese – e stoffe preziosissime, tutte sei-settecentesche.
Dopo avere assaggiato l’Oro Bianco di Manna e aver un po’ vagato tra i vicoli del paese – un panormitano ci vivrebbe benissimo e lo scrivo con ironia, perché le auto sono pochissime e le strade sono viuzze tutte lastricate e a gradini – il vostro Rino ha raggiunto la fontana della Venere Ciprea, del XV secolo, un tempo posta all’ingresso del paese, raffigurante in alto Andromeda, sotto una cupola verde e, in basso, Venere con Cupido.


Ho, infine, fatto un salto nel Museo Naturalistico “Francesco Minà Palumbo”, con una piccola sezione archeologica e varie collezioni di minerali, fossili, uccelli, come il rondone, tipico delle Madonie e tantissime specie di coleotteri.

Il rondone

Sebbene alcune delle collezioni siano nutrite, in moltissimi oggetti mancano le targhette e pare poco valorizzato e, forse proprio per questo, poco visitato.


Buon Ferragosto a tutti!

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