giovedì, agosto 29, 2013

Qualche notizia sulla melanzana...

Il post di oggi mi frulla nella testa già dall'anno scorso e vuole essere un tributo ad una vera prelibatezza.

Solanum melangena è il nome scientifico sia della pianta sia del suo frutto, il quale domina incontrastato sui banchi dei fruttivendoli al mercato o è sfoggiata magistralmente sulle lambrette degli ambulanti…secondo voi cos’è? Beh, la mia, ovviamente, è domanda retorica, dato che il titolo del post svela tutto! È, infatti, il nome scientifico della melanzana, più comunemente chiamata melenzana ma, qui a Palermo, famosa come milinciana! 
Originaria dell'India, dove cresceva spontaneamente, è stata scoperta dagli Arabi in Persia e poi introdotta dagli Arabi all’inizio dell’età medievale  col nome di badingian e in Italia è stata inizialmente chiamata petonciana o petonciano o anche petronciano. 
Col trascorrere del tempo, a badingian è stato anteposto il prefisso mela, frutto per antonomasia,  dando così origine al termine melangiana e poi melanzana. 
Quando la sua coltivazione è stata introdotta, in particolare, in Catalogna, sapete quale era il concime più usato per rendere le piante più rigogliose? Beh, non ci crederete ma…era lo sterco umano, ritenuto umido e freddo al punto giusto…
Per molto tempo la melanzana ha instillato molti dubbi e sospetti in medici e dietisti, soprattutto per la sua colorazione, nella stragrande delle varietà (centinaia!), violacea…era, infatti, ritenuta velenosissima e rinominata mela non sana! Effettivamente, chi ha tentato di mangiarla cruda, l’ha trovata sgradevole, soprattutto per la presenza di solanina – da cui deriva parte del suo nome – un alcaloide velenoso che attenua i suoi “effetti” solo se ben cotta.
Per tornare alla diffidenza nei confronti di questo ortaggio, i medievali ne hanno inventate di storie! Secondo alcuni, come un certo al-Tabari, poteva generare la malinconia, mentre secondo altri poteva scurire la pelle e riempirla di lentiggini mentre, secondo altri ancora, i più fatalisti, poteva provocare dalla lebbra al cancro,  dalla tisi alle emorroidi.
Beh, data la sua diffusione, la melanzana così male non fa e io la mangerei ogni giorno! Essa è ricchissima di acqua, che favorisce l'attività dei reni), di potassio, con funzioni rimineralizzanti, di vitamina A e C, di fosforo, di calcio e tannino.
Tra le caratteristiche specifiche le sue proprietà depurative e diuretiche sono tra i primi vantaggi per l’organismo umano; per rimanere in tema di sterco, è poi un blando lassativo.
La sua buccia contiene sostanze benefiche per fegato, pancreas e intestino, in quanto stimola la produzione e l'eliminazione della bile.

Ovviamente, l’unico inconveniente che è ottima fritta e consumata in grandi quantità…fa ingrassare!

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