mercoledì, ottobre 31, 2012

Marco Manera, sia serio che faceto, al teatro delle Beffe



Come riportato a caratteri cubitali sull'immagine, l'attore cefaludese Marco Manera, colui che scrive di sé sulla sua pagina facebook "mi hanno definito attore camaleontico, animale da palcoscenico... insomma tutte cose che hanno a che fare con le bestie", si esibirà al Teatrino delle Beffe, di via De Spuches 7, a Palermo, per offrire un contributo forte al ciclo di spettacoli intitolato "Salviamo il Teatrino delle Beffe", un  teatro per bambini piccolo piccolo (ospita solo 60 spettatori alla volta), nato nel 1995, che intrattiene in modo multiforme (dagli spettacoli coi pupi e marionette a quelli del teatro con attori, molti dei quali sono  attori di strada) e che, in questi giorni, rischia di chiudere.
Solo sulla scena, accompagnato dal suono della chitarra di Roberto Rajmondi,  Marco Manera, artista giovane ma dall'esperienza pluriennale, si esibirà tra il serio e il faceto, varcando e gestendo magistralmente da padrone il palcoscenico. Che doppio carpiato recitato sia, allora! E buona serata!

Titolo: Recital Doppio Carpiato tra il serio e il faceto
Dove: Teatro delle Beffe
via De Spuches 7
Quando: 10 novembre, ore 21
Costo biglietto: è richiesto un contributo libero

Monachicchi e munacheddi

Oggi è la vigilia di Ognissanti e, da qualche tempo, anche il giorno di Halloween. Come vi scrissi lo scorso anno, proprio nello stesso periodo, a voi la scelta! Viviamo, infatti, in un’era di cambiamenti repentini e costanti e, purché non si rinneghino le proprie origini e i propri trascorsi, sono dell’avviso che il “nuovo” possa adagiarsi e convivere col “vecchio” in tenera armonia.

Poc’anzi, mentre andavo in giro per negozi di giocattoli a scegliere i doni per i nipoti, ripensavo a quando ero bambino e i miei genitori mi portavano alla Fiera dei Morti, che, all’epoca (lontana ma non lontanissima!) sorgeva in zona Champagneria, proprio nei vicoli di fronte il teatro Massimo: quante bancarelle e quanti giocattoli adocchiavo, speranzoso che i morti intercettassero i miei pensieri e desideri e mi facessero contento anche per quell’anno! Caspita, ci indovinavano sempre!


Nel pensarli, mi incutevano un po’ di timore reverenziale ma che amici erano!

Come spero ricorderete, ho dedicato lo scorso post a Carlo Levi, il suo Cristo che si fermò ad Eboli ma non raggiunse Gagliano e, con dovizia di particolari, ai monachicchi. Per voler sostare sul tema delle somiglianze culturali sia formali che sostanziali tra culture, solo apparentemente, diverse vorrei riportarvi quanto ha scritto Giuseppe Pitrè, riprendendo un appassionato di tradizioni popolari siciliane, Salvatore Raccuglia, sugli equivalenti spiriti nostrani, i munacheddi o mammucchi (che mi fa pensare ai marmocchi).

Il Mammucca (m'amucca, ovvero mi prende, mi nasconde) «sarebbe il tipo del monello capriccioso, che prova un gusto matto nel nascondere gli oggetti, annientando, talvolta, la maggiore potenza visiva di chi li cerchi e li abbia proprio dinanzi gli occhi» mentre i munacheddi sono due monelli, il primo dei quali nasconde gli oggetti, il secondo, invece, è più irrequieto e chiassoso perché suona il campanello o lascia cadere la polvere dalla soffitta.

Cosa recita la tradizione quando il munacheddu nasconde le cose? Esorta a smettere di cercare pieni di foga e nervosismo perché sarà il munacheddu stesso, tornato amico, a far ritrovare come nulla fosse l’oggetto tanto desiderato.

sabato, ottobre 27, 2012

Elfi, folletti e...monachicchi!

Buon sabato sera a tutti voi, Naviganti Affezionati! Come è andata la vostra settimana? La mia un po’ impegnata, al punto che di miei post recenti non c’è traccia, mi perdonate?

Stasera vorrei brevemente consigliarvi una lettura interessante perché rientra nel mio genere letterario prediletto, quello che definisco il “romanzo etnologico”: sullo sfondo di una qualunque vicenda umana, si apre uno squarcio, o meglio, una finestra, sulle tradizioni, le credenze, le superstizioni di una data cultura, nel senso antropologico del termine. Mentre, quindi, leggiamo e ci appassioniamo alla storia, ecco affiorare racconti di credenze popolari, descrizioni di vita vissuta, di feste e di riti magici.
Dopo averlo tanto accantonato perché, superficialmente, considerato troppo “verista” e, di conseguenza, artefatto in modo esagerato, ho deciso di rispolverare “Cristo si è fermato ad Eboli”, il romanzo più famoso e celebrato del torinese Carlo Levi. Al di là delle ideologie politiche affioranti, dato che il libro, pubblicato nel 1945, è la storia autobiografica del periodo del confino, trascorso in Lucania, da Levi durante il periodo fascista, quel che più apprezzo dell’opera è la fedele fotografia delle vicissitudini quotidiane di un popolo di contadini che vive ogni giorno di miseria e di stenti, lavorando una terra arida e gialla, come la malaria imperante, che colorano la loro vita di storie e superstizioni, in cui dialogano e si mescolano ad arte credenze pagane e credenze cristiane, religione e magia.

Tutto l’aria, ad esempio, è popolata di spiriti, a volte propizi, mentre altre dispettosi e altre ancora con intenzioni malevole.
Vorrei scrivervi, in proposito, dei monachicchi…chi sono? Ho cercato di darvi un’idea (alquanto vaga in verità!) in figura.


Sono anime di bambini morti prima d’essere battezzati che vagano sulla terra in attesa di trapassare, grazie all’aiuto dei vivi. La loro caratteristica è un grande cappuccio rosso, che li ricopre interamente. Facile ad intuirsi, sono visibili di notte e amano nascondersi in grotte buie. Quando avvistano un uomo, iniziano a fargli dispetti d’ogni tipo, come il solletico ai piedi quando tentano d’addormentarsi.

Sono birbantelli e innocui insomma, e sembrano assomigliare ai djinn musulmani.

Se un uomo riesce a toglier loro il cappuccio, cosa difficile da fare perché si spostano molto velocemente, promettendo di restituirglielo è possibile ottenere una grande fortuna in cambio: possono condurre l’uomo alla scoperta di un tesoro nascosto…non è allettante?

Sembra una storia di gnomi e di elfi, non vi pare? Chissà se un giorno non vi si presenterà l’occasione di adocchiarne uno! Tenterete di rubargli il cappello? Beh, in questo periodo di crisi un tesoretto farebbe comodo a molti!

Spero che seguiate il mio consiglio e leggiate questo romanzo, a tratti triste e crudo, ma realistico e ricco di aneddoti e simpatiche sorprese!

Buona serata!

venerdì, ottobre 19, 2012

Telegraficamente...Le Vie dei Tesori 2012!

Riparte anche quest’anno, anche se posticipata di qualche settimana, “Le vie dei tesori”, l’occasione di visitare gratuitamente in alcuni casi (vedi Palazzo Steri), eccezionalmente ma sempre gratuitamente in altri (vedi la Cappella delle Repentite, ovvero delle ex prostitute, come a voler scriver che c’è una seconda possibilità per tutti e tutte!) siti di proprietà dell’Università degli Studi di Palermo con alcune sorprendenti novità.



Nei weekend che vanno dal 19 ottobre (ovvero oggi) fino all’11 novembre 2012, saranno visitabili sedi che, negli ultimi due anni, il vostro Rino ha visto, descritto e raccontato, di cui oggi voglio solo proporre le “new entry”: il Museo della Chimica sito in viale delle Scienze, il Museo di Mineralogia, in via Archirafi e la Biblioteca del Circolo Giuridico, nella sede della facoltà di Giurisprudenza.

Eccezionalmente saranno pure visitabili, previa prenotazione anche il Museo Pitrè, già visitabile gratuitamente da alcuni mesi ormai, e l’Archivio Storico, normalmente aperto negli orari lavorativi.

Per info più dettagliate, visitate il sito della rassegna…speranzoso di incontrarvi(anche se sarò sotto mentite spoglie!) in uno dei numerosi siti, vi auguro una serena serata!

domenica, ottobre 14, 2012

L'uomo della folla in cerca...di visitatori


Buona pioggia grondante a tutti! Giorni fa, nel tardo pomeriggio, mi sono recato in via Mariano d'Amelio, dove avrebbe dovuto attendermi aperta la Galleria Mediterranea, perché ero intenzionato a visitare "L'uomo della folla", collettiva sia pittorica che scultorea, di disegno e video installazioni, inaugurata il 28 settembre e visitabile fino al 2 dicembre del 2012…tra tanti giorni che han a disposizione, proprio il giorno che eran chiusi dovevo andarci? Il vostro Rino è sfigato o cosa?
Vi tranquillizzo, sebbene la notissima legge di Murphy valga anche per me, purtroppo la Galleria Mediterranea , sebbene sulla carta dei giornali e degli articoli on line informi che aprirà dal lunedì al sabato dalle 17,30 alle 19,30, ovvero due sole ore al giorno, non è la prima volta che lascia fuori come un babbeo il vostro amico Rino.
Che scrivervi? Beh, tale mostra ospita opere di ben 16 artisti, tra i quali spicca sia il nome di un artista molto amato dalla Galleria Mediterranea, Croce Taravella, che di altri più giovani ed emergenti, come Massimo Saitta, il cui quadro è l’unica immagine del post, intitolato “Metrò”.


La mostra, che trae il suo nome dall’omonimo racconto di Edgar Allan Poe, il famoso maestro dei racconti del mistero, e dal suo fantasmagorico personaggio, per l’appunto, è nata allo scopo di esprimere il senso di straniamento e smarrimento, paura e angoscia, automatismo freddo e ripetitività, in preda alle quali vive l’uomo metropolitano d’oggi.
Nel caso siate interessati, incrocio le dita per voi affinché troviate la Galleria aperta; nel dubbio, vi consiglio di chiamarla a questo numero  091.8431857.

sabato, ottobre 06, 2012

Fino al 12 ottobre "Arte e Cultura" al Loggiato


Mentre si conclude “Tra mito e realtà” di Franco Bracciante, già dal 4 ottobre e fino al 12 ottobre 2012, il piano terra del Loggiato San Bartolomeo ospita “Palermo: Arte e Cultura”, IX mostra collettiva di Arti Figurative, organizzata per l’occasione dall’Associazione Artistica ZiZ, Il Fiore dell’Arte.


Tale esposizione ospita opere di ben 29 artisti locali, delle più varie formazioni e specializzazioni tecnico-artistiche. Come evidenzia la prima immagine, è un affastellamento disordinato di opere variegate e abbastanza discontinue per stili e tecniche, temi, che spaziano dal sacro più tradizionale e misticheggiante al profano più estremo.
F. Crispiniano - Quartiere Metropolitano

Tra gli artisti partecipanti, spiccano, a mio avviso, le opere di 2 di loro: alludo, nello specifico, a Francesco Crispiniano, talentuoso rappresentante della Junk Art, con l’opera “Quartiere Metropolitano”, multimaterica, multicolorata con suggestivi effetti tridimensionali.
Ernesto Masarà espone, invece, richiamando un po’ malinconicamente un artigianato tradizionale rivisitato, le sue opere d’intarsio ligneo “Semina” e “Il venditore di caldarroste”.

Ernesto Marasà

Titolo: Palermo: Arte e Cultura

Dove: Loggiato San Bartolomeo,
corso Vittorio Emanuele 95

Fino al 12 ottobre 2012
Orari: mar.-sab. 10-13; 16-19; domenica 10-13
Ingresso libero

Tra mito e realtà...finalmente!

Scorcio di una sala con Nike al centro


Buona sera a tutti i naviganti! E’ con lietezza che vi comunico che oggi 6 ottobre 2012, intorno alle 17…il Loggiato San Bartolomeo era aperto! L’addetto al pianterreno, un omone che non distingue un pittore da un autore, ha aperto e, finalmente, il vostro amico Rino ha visitato “Tra mito e realtà” personale pittorica (o autorica) del messinese Franco Bracciante.

Penelope nella sua casa, con orecchino in vetro colorato

Sebbene chiuda domani 7 ottobre, ho deciso di mettervi a disposizione alcune delle opere che, come in parte ho accennato nei miei precedente post, si ispirano all’antichità greca e alle drammatiche vicende d’Ulisse e sono caratterizzati da una armoniosa commistione di colori ad olio, terracotta, legno laccato, rame, tessuti, quarzi, madreperla e conchiglie e vetro...

Amazzone con tessuti, terracotta e rame

L'inganno del cavallo, con speciali tasselli in terracotta