sabato, dicembre 31, 2011

Inno alla vita pensando alla fine d'anno

C. D. Friedrich


La fine dell’anno, qualsiasi anno, è sempre tempo di bilanci passati e aspettative future. Oggi è il 31 dicembre 2011, un girono di confine tra quello che domani sarà già ieri, e quello che domani sarà semplicemente l’oggi di un nuovo inizio, che si spera migliore. Certo, le aspettative future che sta dandoci il governo Monti inducono a pensare che peggio non si potrà stare ed ecco, quindi, il vostro amico Rino, sulla sua isoletta del sogno, quella che, spero, ogni volta mi abbiate letto, vi abbia divertito o incuriosito, chissà, ma, soprattutto, indotti a pensare ad altro.
Oggi anche per me, specialmente ripensando alla morte del caro Gad, sarà giornata di bilanci, nel corso della quale tenterò di togliermi qualche sassolino dalla scarpa per vivere più alleggerito e più determinato che mia il nuovo anno.

In ultimo, vorrei regalarvi delle parole della poetessa polacca Nobel per la Letteratura nel 1996, Wislawa Szymborska, la quale sa apprezzare, come pochi ormai, l’essenzialità dell’esistenza.

Buona fine e buon principio, con l’augurio che il passaggio di confine sia il meno traumatico ma simpatico possibile!



Sei bella - dico alla vita -

è impensabile più rigoglio,

più rane e più usignoli,

più formiche e più germogli.

Cerco di accattivarmela,

di blandirla, vezzeggiarla.

La saluto sempre per prima

con umile espressione.

Le taglio la strada da sinistra,

le taglio la strada da destra,

e mi innalzo nell’incanto,

e cado per lo stupore.

Quanto è di campo questo grillo, e

di bosco questo frutto –

mai l’avrei creduto

se non fossi vissuto!

Non trovo nulla – le dico –

a cui paragonarti.

Nessuno ha fatto un’altra pigna

né migliore, né peggiore.

Lodo la tua larghezza,

inventiva ed esattezza,

e cos’altro – e cosa più –

magia, stregoneria.

Mai vorrei recarti offesa,

né adirarti per dileggio.

Da centomila anni almeno

sorridendo ti corteggio.

Tiro la vita per una foglia:

si è fermata? Se n’è accorta?

Si è scordata dove corre,

almeno per una volta.


martedì, dicembre 27, 2011

Mentre Rino si riposa...

Bene, bene! Come avete trascorso il Natale? Spero vi siate divertiti, abbiate mangiato tanto ma non siate ingrassati e mi abbiate fato una visitina tra una giocata e l’altra…scrivo bene?

Il vostro amico Rino si sta riposando, proprio come sta facendo Snoopy sopra la sua cuccia agghindata…belle le lucine colorate, vero?

Rino si riposa senza omettere di scrivervi un promemoria perché ci sono ancora di mostre in corso a Palermo, alcune delle quali chiuderanno a breve. Eccovi un elenco completo di quello di cui vi ho scritto:

1) si chiude l’8 gennaio 2012Christo e Jeanne Claude”, mostra di pittura scultura e progetti di questi due eccentrici artisti impacchettatori a Palazzo dei Normanni;
2) si chiude il 10 gennaio, invece, una mostra poco pubblicizzata ma che risulta essere un’esposizione poco tradizionale “Le voci del Mediterraneo” all’Arsenale di Palermo;
3) fino al 6 febbraio sarà visitabile “Da Sciuti a Dorazio. La Collezione d’Arte Moderna della Regione Siciliana”, a Palazzo Ajutamicristo;
4) fino al 20 marzo 2012 all’Albergo delle Povere ci saranno le “Avanguardie russe”.

Fino al 15 gennaio 2012, inoltre, saranno visitabili “I presepi dal mondo”, come in ben 5 differenti post vi ho segnalato.

Infine, è stata prorogata fino all'8 gennaio 2012 "Etnoradiografia siciliana", aspitata all'Orto Botanico.
Buona feste!

P.s. Ovviamente cliccando sui vari titoli delle mostre si apre il collegamento ai post ad esse dedicate, qualora vorreste rinfrescarvi la memoria...

venerdì, dicembre 23, 2011

Presepi dal mondo, ultima parte: Sud America

Concludo la serie di post prenatalizi con le foto di alcuni presepi sudamericani inclusi in “I Presepi dal Mondo”, mostra ospitata all’Istituto San Giuseppe di corso Tukory 204.

Spiccano i presepi realizzati dentro le zucche o i cui personaggi sono delle piccole zucche,


o delle figurine di terracotta entro i più vari gusci, come quelli di noci giganti brasiliane,


Altri sono dei piccoli tesori di stoffa,


mentre altri ancora mescolano terracotta e foglie di mais essiccate e intrecciate.




giovedì, dicembre 22, 2011

Presepi dal Nord America

Presepe con piccoli indiani

Oggi, continuando a mostrarvi i Presepi dal Mondo, eccovi una sparuta sequenza di immagini di esemplari provenienti dal Nord America.


Presepe messicano con perline

Moltissimi sono i presepi messicani, dei quali ho inserito 3 foto. Molto particolare è il presepe nel quale tutte le figure sono interamente ricoperti di perline colorate; altrettanto lo è il presepe di terracotta i cui personaggi, in luogo dell’aureola, recano in testa tanti spuntoni, che simboleggiano i peccati che Gesù Cristo, venuto sulla Terra, ha dovuto espiare per l’intera umanità.

Presepe messicano con gli "spuntoni"

mercoledì, dicembre 21, 2011

I presepi dal Mondo..e dall'Africa


I presepi dal mondo”, dopo essere partiti dal Medio Oriente e dopo aver attraversato l’Europa, oggi sostano in Africa, terra decisamente più soleggiata e meno ventosa della Palermo d’oggi.

Sono, per lo più, di legno, di canne e di fili d'erba seccati e modellati e riflettono un legame fortissimo con la propria terra e le proprie tradizioni culturali.
Penso che quelli qui riprodotti siano i più sincretici della collezione: essi fondono, infatti, le credenze radicate della religiosità mista alla magia delle varie etnie africane con le credenze cristiane divulgate dai missionari nei secoli; essi sono, inoltre,espressione dell’istinto di conservazione di modi d’essere e di pensare così congeniti da risultare impossibile sradicarli in toto.

Presepe etiopico ricavato da una radice

Scriveva bene Rigoberta Menchù quando riconosceva che sì ella e il suo popolo potevano dirsi cattolici mentre continuavano a preservare un attaccamento quasi febbrile al culto del Sole e di tante altre forze insite nella natura, la quale, in modo fin troppo tangibile, se ben custodita e ringraziata, ha sempre nutrito coi suoi frutti tutte le sue creature.

martedì, dicembre 20, 2011

Presepi dal mondo: Sicilia e resto d'Europa

Oggi continuo ad inserire le immagini di alcuni esemplari europei e, nello specifico, siciliani, de “I presepi dal mondo”, ospitata all’Istituto San Francesco di corso Tukory 204 a Palermo.


Molti sono delle vere e proprie preziose miniature: la seguente è la foto di un presepe tutto realizzato con scorze essiccate d’arancia:

Presepe con la scorza d'arancia
Segue, scattata dietro una lente d’ingrandimento, un presepe dentro un guscio di pistacchio:

Presepe dentro il guscio di pistacchio

Singolarissimo e assai pregiato è, infine, il presepe dentro una conchiglia decorato con argento e corallo:

Presepe dentro una conchiglia con corallo e argento
Avrei potuto inserire ulteriori foto in cui comparivano presepi sia grandi che piccoli e, come anticipavo ieri, dei più svariati e inconsueti materiali ma prederisco incuriosirvi per costringervi ad andare personalmente a vederli...andateci a piedi, però, considerato il traffico natalizio...stupefacente, no? non siam in tempo di crisi?

lunedì, dicembre 19, 2011

I presepi dal mondo: Oriente e Paesi Arabi

Ufficialmente, un po’ tutti i cristiani lo sanno, la tradizione del presepe è nata da un’idea di San Francesco d’Assisi, il quale, nel 1223, a Grecio, un piccolo paese in provincia di Rieti, manifestò, poco dopo attuato, il desiderio di celebrare il Natale inscenando la nascita di Gesù, deposto in una mangiatoia di una grotta (o forse una stalla?) di Betlemme e visitato, a gran festa, da tutti i pastori che, nottetempo, nel circondario, stavano vegliando il loro gregge.

Presepe arabo
Ecco quanto scriveva frate Tommaso da Celano, biografo del santo, a proposito dell’evento: “Vorrei rappresentare il Bambino nato a Betlemme, e in qualche modo vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la mancanza di cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno tra il bue e l’asinello”.

Da allora (in Provenza anche prima!) ogni Natale, nelle chiese e nelle case cristiane, non manca un presepe, spesso ridotto all’essenza, vale a dire formato soltanto da Gesù bambino, Giuseppe e Maria, il bue e l’asinello o includente, nei casi ancor più sparuti, il solo nucleo familiare.

Presepe arabo

Questa settimana, in attesa del Natale, che anche gli atei festeggiano, sebbene con spirito diverso, perché imbricati nell’atmosfera che tale festa riesce ad originare, vorrei proporvi tutta una serie di foto scattate nel corso della visita del vostro amico Rino, insieme con il suo compare Philosophegg, alla mostra “I Presepi dal mondo”, una collezione (da poco aggiornata) di ben 252 presepi appartenente all’Ordine delle Figlie della Croce, ospitata dall’Istituto San Giuseppe, in corso Tukory 204, a Palermo.

Sono 252 presepi di varia foggia, fattura, dimensioni e nazionalità: si va dai piccolissimi, dentro il guscio di pistacchio, ai più grandi, come quelli africani, con tanto di capanna gigante e personaggi ad essa adattati; i materiali vanno dalla terracotta al legno, all’avorio fino ad arrivare alle foglie, ai semi, scorze d’arancia o foglie essiccate del mais; moltissimi provengono dalla Terrasanta ma molti altri dalla foresta Amazzonica e dal Messico.

Insomma, ce n’è per tutti i gusti. Pare di fare il giro del mondo e delle tradizioni culturali(figlie del sincretismo religioso) non in 80 giorni ma in mezz’ora circa. La visita è accompagnata da guide improvvisate abbastanza preparate ma, soprattutto, appassionate.

Presepe proveniente dal Medio Oriente

In ultimo, vorrei scrivere due parole sul biglietto d’ingresso: si paga 2 euro simbolicamente poiché questo contributo vorrebbe poter finanziare una prossima missione che le suore vorrebbero costituire nel povero villaggio di Lutondo, nell’ex-Congo belga.

Tutti i presepi, dei quali ho inserito le foto, provengono tutti da paesi arabi e dal Medio Oriente. Nei prossimi giorni inserirò foto di presepi europei, africani, infine del Nord e del Sud America.

Presepe proveniente da Betlemme

Titolo: I Presepi dal Mondo

Fino al 15 gennaio 2012

Dove: Istituto San Giuseppe, corso Tukory 204

Orari: tutti i giorni 10-12; 16,30-19,30

Biglietto 2 euro

domenica, dicembre 18, 2011

Arte Moderna DOS(denominazione di origine siciliana) a Palazzo Ajutamicristo

G. Sciuti-La verità scoperta dal tempo
Fino al 6 febbraio del 2012Da Sciuti a Dorazio. La Collezione d’Arte Moderna della Regione Siciliana” sarà visitabile al 3° piano di un’ala del sontuoso e vastissimo Palazzo Ajutamicristo di via Garibaldi 41, a Palermo.

Tale mostra collettiva ospita ed espone per la prima volta al pubblico circa 80 opere della collezione d’arte moderna della Sicilia, opere che, per anni, sono state acquisite e custodite negli uffici e nei depositi delle varie sedi istituzionali regionali.

Essa si apre con 2 opere di fine ‘800 di due pittori italiani ma non siciliani, Umberto Coromaldi e, come mostra la prima foto, la suggestiva “La verità scoperta dal tempo” di Giorgio Sciuti. Essa prosegue, quasi interamente, con quadri e sculture di artisti, quasi per intero, siciliani, che coprono un arco di tempo che va dai primi anni ’20 del Novecento fino ad arrivare ai giorni nostri: spiccano, chiaramente, i nomi dei più noti a livello internazionale, quali Renato Guttuso, Pippo Rizzo, Giambecchina, Nino Franchina o Bruno Caruso, al quale, negli ultimi anni, la città di Palermo ha dedicato varie personali, ma moltissime altre sono le opere di artisti, soprattutto scultori, forse poco noti al grande pubblico ma, oserei scrivere, davvero talentuose. In foto ho voluto, infatti, riportare il bassorilievo classicheggiante di Giovanni Rosone intitolato “Battaglia, quasi una fantasia”.

G. Rosone- Battaglia, quasi una fantasia

È davvero una raccolta interessante e che consiglio di visitare…se riuscite a trovare a primo colpo l’ingresso dato che, soprattutto nel tardo pomeriggio e al buio, non è facilmente individuabile.

Non affidatevi troppo alle figuriniste(come le chiamo io!) perché a stento, almeno alcune, parlano l’italiano (del resto, la mostra non è d’artisti siciliani?) e, in superficie, pare che d’arte ne capiscano poco…

R. Guttuso- Paesaggio siciliano


Titolo: Da Sciuti a Dorazio. La Collezione d’Arte Moderna della Regione Sicilia

Fino al 6 febbraio 2012

Dove: Palazzo Ajutamicristo, via Garibaldi 41

Orari: mar.-sab. 9-18; festivi 9-13

Ingresso gratuito

lunedì, dicembre 12, 2011

Lux, Lucia e Babba Natale

Domani 13 dicembre, come da calendario, si festeggia Santa Lucia, la cui festa è molto attesa, nel Siracusano, in particolare, e in Sicilia, in generale ma anche, per motivi assai diversi, nel Nord Italia e nei paesi scandinavi.

Andiamo, solo per poche righe, alle arcinote tradizioni siciliane: questa vergine vissuta, come Santa Bibiana, nei primi secoli dell’era cristiana (siamo intorno al III secolo d.C.)probabilmente a Siracusa, fu perseguitata dai romani e barbaramente martirizzata. L’atroce supplizio, che subì, fu quello che contraddistingue il suo emblema: le furono strappati gli occhi. Nell’iconografia Santa Lucia è rappresentata come una giovane donna che reca in mano un piattino sul quale sono adagiati 2 globi oculari… immaginate la mia impressione da bambino quando vedevo la sua figura? Avevo un po’ paura, sapete?

Dopo alcuni secoli, intorno al 1646, il suo nome comincia a essere legato più fortemente a quello di Siracusa: durante una gravissima carestia, dopo che il suo simulacro fu portato in processione per le vie della città, delle grossi navi cariche di grano attraccarono a Siracusa e la fame della povera gente fu placata.

Da allora, il 13 dicembre, un po’ in tutta la Sicilia, tutti gli isolani si astengono dal mangiar pane e pasta preferendo loro un elenco di prelibatezze: la cuccia, condita con la ricotta o con la cioccolata, arancine (femmine, sì!) con carne, al burro o in tante varietà che variano da rosticceria a rosticceria( avete mai assaggiato quelle col cioccolato?), risotti d’ogni genere, ceci e fave bolliti, il famoso “gattò” di patate (la sicilianizzazione del gateau)…insomma, un macigno per chi adora stare a stecchetto!

E veniamo alle tradizioni nordiche… dimenticatevi Babbo Natale come un vecchio sovrappeso un po’ troppo gongolante che guida una slitta trascinata da renne super schiavizzate!

La notte del 12 dicembre, vale a dire la vigilia della festa di Santa Lucia, è credenza comune che Santa Lucia, vestita interamente di bianco, in groppa ad un simpatico asinello, porti doni e dolci ai bambini, che, attendendola, accendono per lei una candela: del resto il termine Lucia deriva proprio dal latino lux, che significa luce…e la luce chiama la luce, no? Per meglio precisare, era Lucia a portare la luce dopo un inverno alquanto buio. Fino al 1582, infatti, dall’adozione del calendario gregoriano, la festa cadeva intorno al 21 dicembre, il dì più corto dell’anno, e festeggiare Santa Lucia è sempre equivalso ad inaugurare un nuovo ciclo, quello in cui le ore di luce aumentavano e i frutti sotto terra, scaldandosi più a lungo, germogliavano e crescevano più rapidamente.

In molte città italiane è pratica corrente far vestire una bambina di bianco e farle percorrere le vie in groppa ad un asino, proprio come la santa e in attesa che ella possa compiere analogo cammino.

Gli elementi quasi onnipresenti sono i semi, dato che la cuccia non è altro che chicchi di grano bolliti, le arance, frutto di stagione, che, non per caso, in Sicilia sono accompagnate dalle arancine e i dolci.

Buona Santa Lucia a tutti!

mercoledì, dicembre 07, 2011

Un ringraziamento particolare

Oggi ho deciso di scrivere un post un po’ inconsueto, dato che, da domani, ufficialmente, si entra nel periodo natalizio…a proposito, vi è piaciuto il modo in cui ho “addobbato” il blog?

Poiché a Natale un po’ tutti cercano d’essere più buoni(ma solo a Natale, però!)e gentili, vorrei cogliere l’occasione per ringraziare il fotografo autore di quasi tutte le foto dell’intero blog, il mio (unico superstite!) fidato amico e, eternamente, compare numero 2 (perché al primo posto ci sarà sempre il Gadrino, sigh!) ma anche sosia del più celebre Humpty Alexander Dumpty.

Vi presento Philosophegg


in un’immagine che gli ho scattato di sorpresa, proprio mentre indossava la sua tenuta da fotografo infiltrato. Sarà un po’ lento e a volte pigro perché appesantito dal fatto d’essere un uovo sodo ma quando deve trovare una soluzione ad un problema sa essere più rapido di Flash e non a caso, col flash, è proprio bravo!

Grazie Philosophegg, senza di te e (le tue foto) non so come farei!

domenica, dicembre 04, 2011

Made in Sicily (se vi fanno entrare) e Avanguardie Russe all'Albergo delle Povere

Meraviglia delle meraviglie, all’Albergo delle Povere di corso Calatafimi, a Palermo, sono, attualmente, in corso ben 2 mostre, cui si aggiungerà, come di consueto, a partire dall’8 dicembre, la visita al presepe artigianale animato…e saranno 3…ma tutti visitabili contemporaneamente? Solo in teoria.

Andiamo per ordine! Fino al 23 dicembre 2011 sarà visitabile “Made in Sicily. L’arte siciliana in vetrina”, una collettiva di ben 176 artisti siciliani, da Michele Canzoneri a Tito Signorini, da Pupino Samonà a Giambecchina, incluso Leonardo Cumbo, del quale è l’opera Attrazione repulsiva che introduce alla visita.

Qual è il problema? Che questa mostra apre solo quando c’è materialmente qualcuno che apre i cancelli e, soprattutto, quando il personale “figurinista” va a fare il suo dovere! Il vostro caro amico Rino avrebbe voluto scrivere più diffusamente di un’esposizione tutta in salsa locale ma la mancanza di personale non l’ha consentito.

Andiamo alla seconda. Inaugurata venerdì 2 dicembre, sarà visitabile fino al 20 marzo 2012Avanguardie russe”, una collettiva d’opere, prestate da ben 11 diversi musei russi, tra le più rappresentative delle correnti artistiche d’avanguardia tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento: futurismo, cubofuturismo, suprematismo e pragmatismo e tanto astrattismo. Solo per ricordare dei nomi figurano, ad esempio, alcune opere di Kazimir Malevic, cubofuturista e suprematista e dei paesaggi stilizzati del noto Vasilij Kandisky e opere astratte dell’arcinoto Marc Chagall. Molta di quest’arte astratta parla al femminile: su tutti spiccano le opere espressioniste di Natalia Goncharova, la quale creò un sodalizio artistico-sentimentale con Mikhail Larionov.

Non è possibile scattare foto, sebbene i figurinisti non controllino minimamente se qualcuno, senza troppo pudore, tenti di farlo.

Lorenzo Cumbo- Attrazione repulsiva


Titolo 1: Made in Sicily
Fino al 23 dicembre
Titolo 2: Avanguardie russe
Fino al 20 marzo
Dove: Albergo delle Povere,
corso Calatafimi, 219
Orari: lun.-sab. 9-13; 15-19
Ingresso gratuito



venerdì, dicembre 02, 2011

Sole o pioggia? Chiedete a Bibiana!

Da anni ormai, nel giorno del 2 dicembre, sento recitare il detto “Si chiovi pi santa Bbibiana, chiovi un misi e na simana”, l’avete mai sentito dire ad un nonno o a un genitore?

Per fortuna che oggi a Palermo c’è il sole, avete visto? Speriamo tenga per il resto della giornata allora!

Il detto è, in verità, la sicilianizzazione del latino "Ut Bibianae dies sic quadraginta dies" e ha anche parecchia somiglianza col piemontese “Santa Bibiana, quaranta dì e na smana”, secondo il quale, però, a piovere sarebbero 47 giorni, non 37 come in Sicilia…sarà che al Sud è sempre più bello che al Nord? Immagino di sì!
Un'altra variante, in Sicilia poco nota, è l'altro proverbio "Santa Bibiana scarpe di ferro e calze di lana", corroboranti il fatto che, dopo il 2 dicembre, in molte zone il freddo invernale inizia a farsi sentire...
Memore il ricordo di questi detti, oggi vorrei dedicare, mentre accenno una danza anti-pioggia, il mio post a questa santa, il cui nome deriva dal verbo sia latino che italiano “vivere” e che presentava, anticamente, la doppia forma Viviana (oggi comune) e Bibiana, la cui scarsa musicalità l’ha solo reso un astruso nome da santo da calendario, e, di conseguenza, poco di moda.


Chi era Bibiana? Era una ragazzina romana (e di Roma) e cristiana vissuta nel IV secolo, ai tempi del famigerato (per via del suo vezzo di cambiar partito come un bandierone al vento!) imperatore Giuliano l’Apostata, il quale la perseguitò e, dato che si rifiutò di rinnegare la fede che aveva abbracciato insieme con la sua famiglia, fu sottoposta a torture che la condussero alla morte. Come fu torturata? Bè, come è risaputo, i Romani erano “bravissimi” a ideare torture sempre più varie, fantasiose e, soprattutto, dolorose: Bibiana fu legata ad una colonna e flagellata con le piombate, fasci di verghe, cui erano legati pallini di piombo. Dopo la sua morte, avvenuta dopo 4 giorni, il suo corpo fu gettato a dei cani randagi, che, con stupore generale, non se ne cibarono.

Sulla sua tomba, Papa Simplicio, a metà del V secolo, decise di edificare una chiesa a lei dedicata sul colle Esquilino.

Santa Bibiana, la santa del tempo, è anche, popolarmente, ritenuta una dei tanti santi guaritori. Secondo alcune versioni, ella potrebbe guarire dall’epilessia e alleviare il mal di testa. All’epoca in cui fu martirizzata, si narra che certa gente, raschiando la colonna alla quale ella era stata legata, ne ricavasse una polvere miracolosa in grado di guarire dall’epilessia, in certi paesi siciliani chiamata Motu e considerata una sorta di possessione operata da spiriti malevoli.

Secondo Giuseppe Pitrè, che, però, non cita espressamente Santa Bibiana, la cura più comune per curare l’epilessia era quella di spruzzare sul paziente l’acqua benedetta di setti parrocchi fimminini, cioè sette chiese dedicate a sante donne…non avrei dubbi a ritenere che ci fosse la nostra santa!

Altro disturbo che Santa Bibiana sarebbe in grado di alleviare è il mal di testa, che gli antichi cristiani solevano curare raccogliendo e triturando l’erba portentosa che cresceva nel giardino della chiesa a lei dedicata, quella sull’Esquilino. Su questo la tradizione raccolta da Pitrè pare avere dei punti di contatto: tra i vari rimedi per curare u duluri i testa, egli menziona quello di bere il succo ricavato da un’erba detta erba di suli, che non è stato, però, in grado di catalogare.

L’erba di suli potrebbe quindi essere l’erba di Santa Bibiana? A ben rifletterci questo suli potrebbe essere assimilato alla vita della quale la Santa è portatrice e che oggi troneggia nel nostro cielo siciliano?

Non ai posteri ma ai nostri avi la non troppo ardua sentenza!

Buona giornata!