venerdì, dicembre 02, 2011

Sole o pioggia? Chiedete a Bibiana!

Da anni ormai, nel giorno del 2 dicembre, sento recitare il detto “Si chiovi pi santa Bbibiana, chiovi un misi e na simana”, l’avete mai sentito dire ad un nonno o a un genitore?

Per fortuna che oggi a Palermo c’è il sole, avete visto? Speriamo tenga per il resto della giornata allora!

Il detto è, in verità, la sicilianizzazione del latino "Ut Bibianae dies sic quadraginta dies" e ha anche parecchia somiglianza col piemontese “Santa Bibiana, quaranta dì e na smana”, secondo il quale, però, a piovere sarebbero 47 giorni, non 37 come in Sicilia…sarà che al Sud è sempre più bello che al Nord? Immagino di sì!
Un'altra variante, in Sicilia poco nota, è l'altro proverbio "Santa Bibiana scarpe di ferro e calze di lana", corroboranti il fatto che, dopo il 2 dicembre, in molte zone il freddo invernale inizia a farsi sentire...
Memore il ricordo di questi detti, oggi vorrei dedicare, mentre accenno una danza anti-pioggia, il mio post a questa santa, il cui nome deriva dal verbo sia latino che italiano “vivere” e che presentava, anticamente, la doppia forma Viviana (oggi comune) e Bibiana, la cui scarsa musicalità l’ha solo reso un astruso nome da santo da calendario, e, di conseguenza, poco di moda.


Chi era Bibiana? Era una ragazzina romana (e di Roma) e cristiana vissuta nel IV secolo, ai tempi del famigerato (per via del suo vezzo di cambiar partito come un bandierone al vento!) imperatore Giuliano l’Apostata, il quale la perseguitò e, dato che si rifiutò di rinnegare la fede che aveva abbracciato insieme con la sua famiglia, fu sottoposta a torture che la condussero alla morte. Come fu torturata? Bè, come è risaputo, i Romani erano “bravissimi” a ideare torture sempre più varie, fantasiose e, soprattutto, dolorose: Bibiana fu legata ad una colonna e flagellata con le piombate, fasci di verghe, cui erano legati pallini di piombo. Dopo la sua morte, avvenuta dopo 4 giorni, il suo corpo fu gettato a dei cani randagi, che, con stupore generale, non se ne cibarono.

Sulla sua tomba, Papa Simplicio, a metà del V secolo, decise di edificare una chiesa a lei dedicata sul colle Esquilino.

Santa Bibiana, la santa del tempo, è anche, popolarmente, ritenuta una dei tanti santi guaritori. Secondo alcune versioni, ella potrebbe guarire dall’epilessia e alleviare il mal di testa. All’epoca in cui fu martirizzata, si narra che certa gente, raschiando la colonna alla quale ella era stata legata, ne ricavasse una polvere miracolosa in grado di guarire dall’epilessia, in certi paesi siciliani chiamata Motu e considerata una sorta di possessione operata da spiriti malevoli.

Secondo Giuseppe Pitrè, che, però, non cita espressamente Santa Bibiana, la cura più comune per curare l’epilessia era quella di spruzzare sul paziente l’acqua benedetta di setti parrocchi fimminini, cioè sette chiese dedicate a sante donne…non avrei dubbi a ritenere che ci fosse la nostra santa!

Altro disturbo che Santa Bibiana sarebbe in grado di alleviare è il mal di testa, che gli antichi cristiani solevano curare raccogliendo e triturando l’erba portentosa che cresceva nel giardino della chiesa a lei dedicata, quella sull’Esquilino. Su questo la tradizione raccolta da Pitrè pare avere dei punti di contatto: tra i vari rimedi per curare u duluri i testa, egli menziona quello di bere il succo ricavato da un’erba detta erba di suli, che non è stato, però, in grado di catalogare.

L’erba di suli potrebbe quindi essere l’erba di Santa Bibiana? A ben rifletterci questo suli potrebbe essere assimilato alla vita della quale la Santa è portatrice e che oggi troneggia nel nostro cielo siciliano?

Non ai posteri ma ai nostri avi la non troppo ardua sentenza!

Buona giornata!

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