“I presepi dal mondo”, dopo essere partiti dal Medio Oriente e dopo aver attraversato l’Europa, oggi sostano in Africa, terra decisamente più soleggiata e meno ventosa della Palermo d’oggi.
Sono, per lo più, di legno, di canne e di fili d'erba seccati e modellati e riflettono un legame fortissimo con la propria terra e le proprie tradizioni culturali.
Penso che quelli qui riprodotti siano i più sincretici della collezione: essi fondono, infatti, le credenze radicate della religiosità mista alla magia delle varie etnie africane con le credenze cristiane divulgate dai missionari nei secoli; essi sono, inoltre,espressione dell’istinto di conservazione di modi d’essere e di pensare così congeniti da risultare impossibile sradicarli in toto.
Presepe etiopico ricavato da una radice |
Scriveva bene Rigoberta Menchù quando riconosceva che sì ella e il suo popolo potevano dirsi cattolici mentre continuavano a preservare un attaccamento quasi febbrile al culto del Sole e di tante altre forze insite nella natura, la quale, in modo fin troppo tangibile, se ben custodita e ringraziata, ha sempre nutrito coi suoi frutti tutte le sue creature.
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