lunedì, dicembre 31, 2012

Grazie!



Buon pomeriggio dal vostro amicone Rino. Qualora non l’abbiate ancora scoperto, vi annuncio che oggi è il 31 dicembre, ultimo giorno del 2012…scoperta sensazionale, no?
Come accade a molti, o, per lo più, a quei pochi, anzi, pochissimi, che restano e non partono per le vacanze a causa di qualcosa che certi alieni chiamano “crisi”, oggi è giorno di bilanci e menate varie.
“L’anno prossimo sarà meno delinquente”, “l’anno prossimo un lavoro mi troverà”, “l’anno prossimo guadagnerò per poter trascorrere il capodanno fuori” e via discorrendo. Anch’io ho iniziato questo post per tracciare un bilancio ed esprimere dei propositi ma non ne sono più tanto convinto.
Certo…in questi giorni ho pensato molto ai gatti morti investiti perché, per le feste, le strade sono deserte e tutti, più o meno ubriachi, corrono pur non avendo fretta e li massacrano. Sono spesso piccoli e denutriti gatti che, ignari del loro misero destino, tentano di trovare tra i mucchi di spazzatura di una civilissima città qualche boccone di cibo.
Penso alla munnizza, che non solo trabocca dai cassonetti ma che i civilissimi palermitani ettanu direttamente dall’auto sui cigli delle strade, sui marciapiedi e davanti ai portoni delle case…alla faccia della differenziata che dilaga!
Le cose che non vanno sono tante e elencarle tutte è questione di tempo…penso che per far andare un po’ meglio le cose bisognerebbe formattare i cervelli dei nostri conterranei e riavviarli daccapo, voi che dite?
Un’ultimo ma importantissimo pensiero che posso racchiudere in una sola parola:
GRAZIE
a tutti voi che, quotidianamente, mi leggete e lasciate un silenzioso segno del vostro passaggio. Il mio blog è vivo grazie a voi e ve ne sono immensamente grato.
Qualora lo vogliate e qualora io mi mantenga in vita, anche nel 2013 sarò qui ad informarvi.

domenica, dicembre 30, 2012

Teste di legno a Palazzo Tarallo


Nell’ambito della rassegna d’arte, musica e poesia “Palermomade”, fino al 6 gennaio 2013, a Palazzo Tarallo, proprio nel cuore di Palermo, sarà visitabile “Teste di legno”, prima mostra personale dell’artista-attrezzista Roberto Lo Sciuto.


Come si evince dal titolo, essa espone teste, piedi, mani di pupi siciliani, originariamente destinate ad essere bruciate perché nessuno o quasi le usa più, ma che Lo Sciuto ha salvato, colorato e dipinto con colori accesi e fantasiosi e assemblato in modo ironico e divertente.
Proprio in una sede storica, Palazzo Tarallo, sita tra i vicoli del mercato popolare di Ballarò, sede decentrata del Museo Pitrè, il museo delle Tradizioni Popolari Siciliane, questa esposizione eccentrica e, come oso definirla, folcloristica, trova la sua collocazione ideale e più azzeccata.


Certo, come si evince dalle immagini, al di là degli arti e teste penzolanti che sembrano quasi reali e, in certa misura, inquietanti, o che sembrano anche evocare ex-voto tradizionali, spiccano i colori sgargianti e gli assemblaggi irriverenti, come la testa di turco che esce fuori da una caffettiera o quelle che escon fuori dagli scrigni e tante altre, come quelle del “Girariosto”, quelle del candelabro o del sonaglino, posizionato tra due antiche carrozze.

Incuriositi? Certo è una tradizione rivista che suona un po’ troppo alternativa e fracassona e non nascondo di aver percorso guardingo via delle Pergole, una via multicolore perché ormai multirazziale e alquanto degradata, ma ritengo che meriti d’esser rimirata.

Titolo: Teste di legno
Fino al 6 gennaio 2013
Orari: da martedì a domenica 9,30-18,30
Ingresso gratuito

N.B.1 Il personale in sede distribuisce gratuitamente il catalogo della mostra.
N.B.2 Contestualmente alla mostra è visitabile “Album 388°”, esposizione di foto tutte scattate durante l’ultimo Festino di S.Rosalia.

sabato, dicembre 29, 2012

Correte al museo, che è meglio!

Avete sentito parlare della manifestazione "Tutti al museo 2013", in corso in queste giornate di festa? Al modico costo di 1 euro o, addirittura, gratuitamente, è possibile visitare fino al 6 gennaio 2013 tutta una serie di musei cittadini che non sto qui ad elencar sia per lagnusia che perché c'è un sito ad essa dedicato.
Cliccate su Tutti al museo e spero corriate curiosi a vederne qualcuno!
Buon sabato!

N.B. Per evitare sorprese alquanto spiacevoli, nel caso vogliate visitare le fantomatiche "Stanze al Genio", mi raccomando, prenotate prima di andare! Io sono andato senza chiamare e che è successo? Ho citofonato e m'ha risposto uno che, pur avvertendomi che erano previste visite per il pomeriggio, mi ha lasciato...FUORI! Scortesia allo stato puro che, ovviamente, non mi invoglierà più a tornarci!

martedì, dicembre 25, 2012

Piccolo promemoria e non solo...

Buongiorno! Oggi sarò breve perché so che avrete poco tempo da dedicarmi...
Spero che, in questi giorni, abbiate visto i presepi che vi ho presentato perché meritano d'essere ammirati.
Che altro? Vi ricordo soltanto che, come lo scorso dicembre, anche in questi giorni e fino al 15 gennaio 2013, saranno visitabili i 200 e passa presepi dell'Istituto di San Giuseppe, in corso Tukory, a Palermo. Modalità, giorni e orari d'apertura non sono cambiati. Per rinfrescarvi la memoria, sotto vi riporto i link dei 5 post che, allora, ho loro dedicato.
Eccoli:
http://panormitania.blogspot.it/2011/12/i-presepi-dal-mondo-oriente-e-paesi.html
http://panormitania.blogspot.it/2011/12/presepi-dal-mondo-sicilia-e-resto.html
http://panormitania.blogspot.it/2011/12/i-presepi-dal-mondoe-dallafrica.html
http://panormitania.blogspot.it/2011/12/presepi-dal-nord-america.html
http://panormitania.blogspot.it/2011/12/presepi-dal-mondo-ultima-parte-sud.html

Che altro? Beh...............................................................................


sabato, dicembre 22, 2012

Un presepe tutto di carta a Palazzo Ajutamicristo


Dal 20 dicembre 2012 appena trascorso fino al 31 gennaio 2013 sarà, in via eccezionale, visitabile a Palazzo Ajutamicristo, “Un presepe di carta del ‘700”, esposizione del particolarissimo e preziosissimo presepe di cartone del duo di disegni e pittori settecenteschi palermitani Vito e d Alessandro D’Anna.
Si compone di 200 pezzi tutti in cartone sagomato e dipinto a tempera raffiguranti sia i tradizionali personaggi del presepe, ovvero la natività e gli angeli svolazzanti, sia pastori con pecore e mucche al seguito, artigiani ma anche paesaggi e e preziosi e particolareggiati edifici di stili architettonici ed epoche varie.

Meraviglioso è lo sguardo d’insieme: sebbene tutte le figure siano bidimensionali, Vito e Alessandro sono riusciti a rendere realistiche sia la terza dimensione che la visione prospettica.


Stupefacente è la cura dei dettagli del vestiario e dei particolari architettonici, che richiamano l’eleganza e la raffinatezza della pittura rococò ma, contemporanemanete, l’amore per l’illustrazione documentaria, tipico della cultura illuminista.


Sebbene susciti stupore e meraviglia, purtroppo la storia di questo piccolo, ma, allo stesso tempo, grande capolavoro, è davvero incredibile: commissionato nella seconda metà del’700 da un aristocratico palermitano, come si dice in siciliano ci arristò nne aggi, vale a dire non lo volle più e lo lasciò a impolverarsi nella bottega di D’Anna padre, Vito, il quale, alla fine, col morale a terra decise di donarlo ai padri Filippini dell’Olivella. Dopo tante peripezie, il presepe è stato acquistato dall’antiquario Nicola Burgio e, con nostra fortuna, dopo l’ultima volta in cui è stato reso visitavile, nel 1994, in questi giorni si può nuovamente ammirare nel suo splendore.



Titolo: Un presepe di carte del ‘700

Dove: Palazzo Ajutamicristo
Via Garibaldi 23, Palermo

Da: 20 dicembre 2013 a: 31 gennaio 2013

Orari: da martedì a sabato 9-18; festivi 9-13

Ingresso gratuito

domenica, dicembre 16, 2012

La rappresentazione del presepe - Parte II

Come preannunciato la scorsa domenica, sono tornato a visitare la mostra "La rappresentazione del presepe" di Matteo Brandi, al Teatro Politeama di Palermo, attualmente in corso, di cui vi offro una decente sequenza di immagini, qualora non siate andati, numerosi, a vederla.


In tale occasione, mi sono pure complimentato calorosamente con l'ideatore dell'opera, aiutato solo dal ceramista Filippo Leto, che ha realizzato alcune statuine e che, contestualmente alla mostra di Brandi, presenta la sua "Praesepe", nella quale espone dei presepi e delle natività collocate in sfondi "famosi" come lo Spasimo o varie chiese locali. Orari e periodo di apertura sono identici all'esposizione oggetto del post.

Ecco alcune immagini:
1) l'Annunciazione a Maria, mentre è intenta a lavare e stender panni;


2) Maria incinta e Giuseppe, nel corso della notte di Natale, cercano alloggio in una casa a Betlemme, da dove si intravede un interno riccamente rifinito di mobili, stoviglie e persino un forno acceso;


3) nato il bambinello, la coppia torna a Nazareth, passando davanti il tempio;


4) molti sono gli scorci di aree abitate, con vive attività commerciali ad ogni angolo;


5) tra le scene di vita adulta di Gesù, spiccano le nozze di Cana;


6) chiudo con la scena del tradimento di Giuda, all'interno del bosco degli ulivi;


Buona settimana!

domenica, dicembre 09, 2012

La rappresentazione del presepe di Brandi al Politeama Garibaldi


Da oggi, 9 dicembre 2012, al 6 gennaio 2013 sarà visitabile nella Sala degli Specchi del teatro Politeama di Palermo  “La rappresentazione sacra del presepe”, una personale un po’ insolita di un’artista-artigiano d’eccezione, tal muratore palermitano di nome Matteo Brandi.  


Da ormai tanti anni Brandi, dopo ogni faticosa giornata di lavoro, dedica le sue nottate alla realizzazione di una giganteggiante opera, realizzata coi materiali più vari, dalla terracotta al cartone, dal gesso al polistirolo, che possa rappresentare, immaginata come un lungo e tortuoso cammino, la storia della vita sulla Terra di Gesù Cristo: dall’annunciazione dell’arcangelo  a sua madre, Maria, vediamo, spostandoci gradatamente dentro la sala, prima la coppia, poi, dopo la scena del presepe con personaggi mobili, la Sacra Famiglia verso l’Egitto fino ad arrivare a Gesù Cristo adulto sul tavolo della famigerata ultima cena e alla scena del tradimento di Giuda nel monte degli ulivi.


Una ricostruzione storica composta di tante stazioni, non a caso, un po’ come quelle della Via Crucis, modellate con passione e dedizione da un fervente e accorato credente.
Da visitare e rivisitare…proprio come farò io, magari incontrandovi (sebbene io sia sempre sotto mentite spoglie!), dato che il mio caro uovo-fotografo, il mio compare Philosophegg ha scattato foto che lasciano a  desiderare…sarà forse stato il maxi pranzo che si era pappato e che era per giunta 'mbriaco?

Titolo: La rappresentazione sacra del presepe

Dove: Teatro Politeama, Sala degli Specchi

Da: 9 dicembre 2012 a: 6 gennaio 2013

Orari:  tutti i giorni 10-14; 16-20
Esclusi i giorni del 24, 25, 26 dicembre, 31 pomeriggio e 1 gennaio mattina

Ingresso gratuito

Tempo e lagnusia permettendo!

Buona domenica di gelo a tutti! So che qualcuno di voi aspetta con ansia (nei miei sogni!) un mio nuovo post ma...vedremo! Il tempo è 'na schifezza e con la lagnusia che mi ritrovo, chissà se metterò piede fuori da casa!
Ce ne sarebbero cose presepiose da vedere e se rispunterò, spero che per voi ansiogeni sia una graditissima sorpresa!
Vi lascio regalandomi un tenue sorriso con una vignetta estrapolata da quel contenitore di idee e scempiaggini che sa essere facebook.


Divertente, no??
A prestissimo!

domenica, dicembre 02, 2012

Affacciati al "barcone" bella mia!


Buona domenica a tutti (beh, a me che son sveglio da un pezzo di sicuro considerato che molti vanno a nanna alle prime luci dell’alba e s’alzeranno dal letto a pomeriggio inoltrato!)!
Oggi è il mio giorno dedicato ai voli pindarici…insomma il giorno in cui passo di palo in frasca!
Giorni fa mi sono soffermato ad osservare il mio calendario: oltre a notare giorni su giorni in cui il nero si alterna a poche macchie di rosso, ho guardato con attenzione l’immagine soprastante…si, pensate bene! Ho uno di quei calendari coll’immagine di un paesaggio che cambi di mese in mese!
Raffigurava uno scorcio dell’Isola d’Elba: tante palazzine colorate una accanto all’altra che guardavano il mare al tramonto. Fissando attentamente ciascuna palazzina, sebbene, all’inizio, volessi sbirciare dentro le finestre e scoprire una qualche donnina seminuda, alla fine…una lampadina mi si è accesa dentro alla testa! Cosa ho notato invece? Di bonazze nude manco l’ombra…ma non c’era quasi manco l’ombra di un balcone!  Tutte le facciate, a meno di qualcuna, erano ricoperte di finestre e mancavano i balconi! Immaginate il mio stupore?...beh, ritengo di no perché le vostra vite continuano uguali come sempre anche se non lo sapete!
Da quel momento sono sprofondato in riflessione, operando un’analisi antropologica del…balcone! Girando per le vie di Palermo, avete mai visto case e appartamenti privi di balcone o barcone come osano pronunciarlo alcuni? Io mai! Ci sono sì case con molte finestre ma il balcone è elemento fisso!
Navigando col barcone on line mi sono chiaramente reso conto che esso è un elemento architettonico tipico dell’area euro-mediterranea: in muratura, di ferro (a Palermo molti palazzi nobiliari sette-ottocenteschi sfoggiano in bella posa i famosi balconi a petto d’oca ad esempio), di legno in qualche caso(le baite in montagna, no?)…insomma cambiano le forme e i materiali ma il balcone c’è sempre.


Perché? Perché uno spazio di grande socializzazione. È parte di un edificio privato, di una casa, nel senso di “home”, ma, allo stesso tempo, è uno sbocco sul pubblico, un punto di incontro e di scambio con l’alterità. Avete mai notato i tipici vicoli o quartieri periferici palermitani? È prassi trovare, soprattutto d’estate, crocicchi di persone sedute davanti alla porta che scambiano parole coi passanti e vicini, componenti di una grande famiglia. Il balcone, nei piani rialzati svolge la stessa funzione: apri la serranda o la persiana e compi qualche passo in fuori, ti sporgi e dallo spazio sia domestiche che sociale incontri il mondo e ne diventi parte.
Conosco gente che passa ore ed ore affacciata al balcone che non solo osserva il mondo ma diventa soggetto attivo con la sua presenza fisica in prima fila: il balcone diventa un palcoscenico aperto e i passanti sono spettatori attivamente partecipi.
La finestra rappresenta ben altro perché da essa osservi ma è difficile che tu sia osservato perché è facile celarsi. È un punto privilegiato sul mondo ma è più un retroscena perché basta una tenda e diventi una spia.
Da chi abbiamo ereditato il balcone, sia come elemento architettonico e quindi fisico che come frontiera tra pubblico e privato, interno e esterno? Ma che domande! Dai Romani.
I romani edificavano case di 2 tipi: le domus, dei ricchi tutte chiuse su se stesse ma con un atrio centrale e accessibile solo dalla famiglia; le insulae, una sorta di grandi condomini dell’antichità.
Le insulae erano dei veri e propri micromondi: al piano terra sorgevano per lo più botteghe e negozi, nei primi piani vivevano i benestanti, spesso proprietari delle botteghe e negozi; ai piani più alti, come si potrà immaginare, vivevano i poveracci che subaffittavano stanze e stanzini e persino i pianerottoli. Più famiglie popolavano gli stessi appartamentini, nei quali non esisteva la privacy e…le finestre! Poiché il vetro era costosissimo, si prendeva aria da finestre prive di telai e vetri e tende, che rassomigliavano a veri e propri balconi.
I balconi sono centri di socializzazione tipici delle aree anticamente abitate e conquistate dai romani, luoghi simboli dell’incontro e dello scambio…sarà questo il motivo per cui, più a sud si va, più la gente è cordiale e caciarona?
Buona continuazione di giornata!

domenica, novembre 25, 2012

Gli Etruschi dal museo Salinas all'Albergo delle Povere di Palermo


In attesa della riapertura del Museo Salinas, il museo archeologico cittadino, chiuso da 2 anni per ristrutturazione, fino al 6 gennaio 2013, in via del tutto eccezionale allocata nelle sedi espositive del Real Albergo delle Povere, sarà fruibile gratuitamente “Gli Etruschi a Palermo”. Tale mostra espone alcuni dei più rappresentativi reperti della nutrita collezione Casuccini, la collezione etrusca normalmente custodita in alcune delle sale del piano terra del museo.


Tale collezione, acquistata dal museo nel 1865, include ben 10000 pezzi ed è, senza dubbio, una delle raccolte di materiali etruschi, tutti rinvenuti nei siti dell’antica Clusium, Chiusi, più nutrite ed importanti esistenti in Italia.
Moltissimi sono i materiali funerari in pietra fetida: canopi, basi di cippi, sarcofagi e urne di varie forme, statue cinerarie; numerosi i corredi funebri includenti vasi e ceramiche e buccheri in bronzo, di varia foggia e dimensioni, sia locali che greche d’importazione.


È l’occasione per “gustare” una collezione che, per molto tempo, è stata custodita in sale espositive polverose e “spente” e che, in queste settimane, ricollocata in un contesto espositivo molto adeguato e fruibile da una miriade e variegata rappresentanza di visitatori, riconquista la sua visibilità e una forte e piena valorizzazione.

Titolo: Gli Etruschi a Palermo

Dove: Real Albergo delle Povere
Corso Calatafimi 217

Fino al 6 gennaio 2013

Orari: da lunedì al sabato 9-13; 15-19

Ingresso gratuito

domenica, novembre 18, 2012

Genio e mosca al lavoro!


Buona domenica! Ieri, come d'abitudine, non sono andato in giro in cerca di mostre d'arte o similari da vedere e presentarvi...perché? Sia perché le abitudini sono come le zecche: all'inizio non ci fai caso ma, col trascorrer del tempo, ti dissanguano e ti debilitano. Sia perché ieri mi sentivo giù di corda e ho preferito dedicarmi ad altro.
Vi saluto anticipandovi che, perora mi ronza in testa (dopo la zecca, ora una mosca!) l'idea di un post dei miei, di quelli pindarico-riflessivi e che spero, nel giro di pochi giorni, di pubblicarlo.
Au revoir!

venerdì, novembre 09, 2012

Le città contemporanee di Ciccarini a Palazzo Sant'Elia


Sarà inaugurata oggi, 9 novembre 2012, alle ore 18,30, la mostra “Dalla veduta alla visione: il mito della città”  di opere pittoriche dell’artista abruzzese Carmine Ciccarini, a Palazzo Sant’Elia, a Palermo.
Tale esposizione comprende 42 oli su tela raffiguranti prevalentemente scorci di città statunitensi. Sono scorci, spesso malinconici perché quasi fintamente isolati, realizzati in un chiaroscuro sfumato e, molto spesso, evanescente, non mirano a riprodurre fotograficamente la realtà di quei luoghi ma a scandagliare l’animo umano per far affiorare le emozioni  e le sensazioni di spaesamento dell’uomo del terzo millennio,  che vive in una dimensione urbana contemporanea, sempre più in evoluzione,  sempre più caotica e spersonalizzata.
 Tali opere  richiamano non solo numerose reminiscenze artistiche, da Hopper a Sironi, che rispecchiano la solida e radicata formazione del pittore abruzzese, ma notevoli reminiscenze cinematografiche da Scott a Wenders.


Titolo: Dalla veduta alla visione: il mito della città

Dove: Palazzo Sant’Elia,
via Maqueda 81

Da: 9 novembre a: 9 dicembre 2012

Orari: dal martedì al sabato dalle ore 9.30 alle 13 e dalle 16 alle 19.30
domenica e festivi dalle 9.30 alle 13.

Ingresso gratuito

domenica, novembre 04, 2012

Tra le vie dei tesori: il Museo della Chimica

Come nelle precedenti edizioni e come vi anticipavo qualche post fa, “Le vie dei tesori”, edizione 2012, quest’anno aprono al pubblico collezioni e siti, per il resto dell’anno poco accessibili. Visitabile, infatti, normalmente solo su prenotazione da parte di pochi “elitari” e specialisti, è attualmente fruibile con visite guidate gratuite, all’interno del Dipartimento di Chimica Inorganica ed Analitica dell’Università di Palermo, il Museo della Chimica, intitolato alla memoria del palermitano Stanislao Cannizzaro, del quale, due anni fa, si è celebrato il centenario della scomparsa.



Stanislao Cannizzaro si può considerare uno dei pionieri dei moderni laboratori di chimica perché, dopo le sue esperienze fuori dall’Isola, da Parigi a Pisa fino a Roma, dal 1862 al 1871, tornato a Palermo, contribuì alla nascita del Laboratorio di Chimica, annesso al Dipartimento di Chimica Inorganica ed Analitica dell’Università di Palermo, un luogo eccezionalmente aperto non solo ai docenti e ai suoi assistenti ma anche, e soprattutto, agli allievi che volessero sperimentare direttamente e con le proprie mani quello che, a livello teorico, studiavano sui libri.


Oltre al laboratorio e altre sue realizzazioni, fondò, in particolare, una Scuola di Chimica che assunse, ben presto, visibilità a livello internazionale e nel quale iniziarono a formarsi studenti provenienti da più parti del mondo, come l’austriaco Adolf Lieben, il francese Alfred Naquet e quello che divenne uno dei suoi più stretti collaboratori aborigeni, Emanuele Paternò.

Il museo custodisce, nelle prime due sale, la strumentazione di un qualunque laboratorio di chimica di fine ‘800, includente numerose bilance,ancora custodite nelle loro originarie teche, kit di pesi di vari materiali, calorimetri, spettrometri e ph-metri, molti dei quali usati dallo stesso Cannizzaro e dai suoi collaboratori tra la seconda metà dell’800 e i primi anni del ‘900. La terza sala, invece, comprende strumentazioni più recenti, molte risalenti agli anni ’70-’80, scarsamente fruibili perché prive di targhette esplicative.
Una chicca: una delle prime calcolatrici Olivetti
Cosa: Museo della Chimica

Dove: Dipartimento di Chimica "Stanislao Cannizzaro"
Edificio 17 - Viale delle Scienze

mercoledì, ottobre 31, 2012

Marco Manera, sia serio che faceto, al teatro delle Beffe



Come riportato a caratteri cubitali sull'immagine, l'attore cefaludese Marco Manera, colui che scrive di sé sulla sua pagina facebook "mi hanno definito attore camaleontico, animale da palcoscenico... insomma tutte cose che hanno a che fare con le bestie", si esibirà al Teatrino delle Beffe, di via De Spuches 7, a Palermo, per offrire un contributo forte al ciclo di spettacoli intitolato "Salviamo il Teatrino delle Beffe", un  teatro per bambini piccolo piccolo (ospita solo 60 spettatori alla volta), nato nel 1995, che intrattiene in modo multiforme (dagli spettacoli coi pupi e marionette a quelli del teatro con attori, molti dei quali sono  attori di strada) e che, in questi giorni, rischia di chiudere.
Solo sulla scena, accompagnato dal suono della chitarra di Roberto Rajmondi,  Marco Manera, artista giovane ma dall'esperienza pluriennale, si esibirà tra il serio e il faceto, varcando e gestendo magistralmente da padrone il palcoscenico. Che doppio carpiato recitato sia, allora! E buona serata!

Titolo: Recital Doppio Carpiato tra il serio e il faceto
Dove: Teatro delle Beffe
via De Spuches 7
Quando: 10 novembre, ore 21
Costo biglietto: è richiesto un contributo libero

Monachicchi e munacheddi

Oggi è la vigilia di Ognissanti e, da qualche tempo, anche il giorno di Halloween. Come vi scrissi lo scorso anno, proprio nello stesso periodo, a voi la scelta! Viviamo, infatti, in un’era di cambiamenti repentini e costanti e, purché non si rinneghino le proprie origini e i propri trascorsi, sono dell’avviso che il “nuovo” possa adagiarsi e convivere col “vecchio” in tenera armonia.

Poc’anzi, mentre andavo in giro per negozi di giocattoli a scegliere i doni per i nipoti, ripensavo a quando ero bambino e i miei genitori mi portavano alla Fiera dei Morti, che, all’epoca (lontana ma non lontanissima!) sorgeva in zona Champagneria, proprio nei vicoli di fronte il teatro Massimo: quante bancarelle e quanti giocattoli adocchiavo, speranzoso che i morti intercettassero i miei pensieri e desideri e mi facessero contento anche per quell’anno! Caspita, ci indovinavano sempre!


Nel pensarli, mi incutevano un po’ di timore reverenziale ma che amici erano!

Come spero ricorderete, ho dedicato lo scorso post a Carlo Levi, il suo Cristo che si fermò ad Eboli ma non raggiunse Gagliano e, con dovizia di particolari, ai monachicchi. Per voler sostare sul tema delle somiglianze culturali sia formali che sostanziali tra culture, solo apparentemente, diverse vorrei riportarvi quanto ha scritto Giuseppe Pitrè, riprendendo un appassionato di tradizioni popolari siciliane, Salvatore Raccuglia, sugli equivalenti spiriti nostrani, i munacheddi o mammucchi (che mi fa pensare ai marmocchi).

Il Mammucca (m'amucca, ovvero mi prende, mi nasconde) «sarebbe il tipo del monello capriccioso, che prova un gusto matto nel nascondere gli oggetti, annientando, talvolta, la maggiore potenza visiva di chi li cerchi e li abbia proprio dinanzi gli occhi» mentre i munacheddi sono due monelli, il primo dei quali nasconde gli oggetti, il secondo, invece, è più irrequieto e chiassoso perché suona il campanello o lascia cadere la polvere dalla soffitta.

Cosa recita la tradizione quando il munacheddu nasconde le cose? Esorta a smettere di cercare pieni di foga e nervosismo perché sarà il munacheddu stesso, tornato amico, a far ritrovare come nulla fosse l’oggetto tanto desiderato.

sabato, ottobre 27, 2012

Elfi, folletti e...monachicchi!

Buon sabato sera a tutti voi, Naviganti Affezionati! Come è andata la vostra settimana? La mia un po’ impegnata, al punto che di miei post recenti non c’è traccia, mi perdonate?

Stasera vorrei brevemente consigliarvi una lettura interessante perché rientra nel mio genere letterario prediletto, quello che definisco il “romanzo etnologico”: sullo sfondo di una qualunque vicenda umana, si apre uno squarcio, o meglio, una finestra, sulle tradizioni, le credenze, le superstizioni di una data cultura, nel senso antropologico del termine. Mentre, quindi, leggiamo e ci appassioniamo alla storia, ecco affiorare racconti di credenze popolari, descrizioni di vita vissuta, di feste e di riti magici.
Dopo averlo tanto accantonato perché, superficialmente, considerato troppo “verista” e, di conseguenza, artefatto in modo esagerato, ho deciso di rispolverare “Cristo si è fermato ad Eboli”, il romanzo più famoso e celebrato del torinese Carlo Levi. Al di là delle ideologie politiche affioranti, dato che il libro, pubblicato nel 1945, è la storia autobiografica del periodo del confino, trascorso in Lucania, da Levi durante il periodo fascista, quel che più apprezzo dell’opera è la fedele fotografia delle vicissitudini quotidiane di un popolo di contadini che vive ogni giorno di miseria e di stenti, lavorando una terra arida e gialla, come la malaria imperante, che colorano la loro vita di storie e superstizioni, in cui dialogano e si mescolano ad arte credenze pagane e credenze cristiane, religione e magia.

Tutto l’aria, ad esempio, è popolata di spiriti, a volte propizi, mentre altre dispettosi e altre ancora con intenzioni malevole.
Vorrei scrivervi, in proposito, dei monachicchi…chi sono? Ho cercato di darvi un’idea (alquanto vaga in verità!) in figura.


Sono anime di bambini morti prima d’essere battezzati che vagano sulla terra in attesa di trapassare, grazie all’aiuto dei vivi. La loro caratteristica è un grande cappuccio rosso, che li ricopre interamente. Facile ad intuirsi, sono visibili di notte e amano nascondersi in grotte buie. Quando avvistano un uomo, iniziano a fargli dispetti d’ogni tipo, come il solletico ai piedi quando tentano d’addormentarsi.

Sono birbantelli e innocui insomma, e sembrano assomigliare ai djinn musulmani.

Se un uomo riesce a toglier loro il cappuccio, cosa difficile da fare perché si spostano molto velocemente, promettendo di restituirglielo è possibile ottenere una grande fortuna in cambio: possono condurre l’uomo alla scoperta di un tesoro nascosto…non è allettante?

Sembra una storia di gnomi e di elfi, non vi pare? Chissà se un giorno non vi si presenterà l’occasione di adocchiarne uno! Tenterete di rubargli il cappello? Beh, in questo periodo di crisi un tesoretto farebbe comodo a molti!

Spero che seguiate il mio consiglio e leggiate questo romanzo, a tratti triste e crudo, ma realistico e ricco di aneddoti e simpatiche sorprese!

Buona serata!

venerdì, ottobre 19, 2012

Telegraficamente...Le Vie dei Tesori 2012!

Riparte anche quest’anno, anche se posticipata di qualche settimana, “Le vie dei tesori”, l’occasione di visitare gratuitamente in alcuni casi (vedi Palazzo Steri), eccezionalmente ma sempre gratuitamente in altri (vedi la Cappella delle Repentite, ovvero delle ex prostitute, come a voler scriver che c’è una seconda possibilità per tutti e tutte!) siti di proprietà dell’Università degli Studi di Palermo con alcune sorprendenti novità.



Nei weekend che vanno dal 19 ottobre (ovvero oggi) fino all’11 novembre 2012, saranno visitabili sedi che, negli ultimi due anni, il vostro Rino ha visto, descritto e raccontato, di cui oggi voglio solo proporre le “new entry”: il Museo della Chimica sito in viale delle Scienze, il Museo di Mineralogia, in via Archirafi e la Biblioteca del Circolo Giuridico, nella sede della facoltà di Giurisprudenza.

Eccezionalmente saranno pure visitabili, previa prenotazione anche il Museo Pitrè, già visitabile gratuitamente da alcuni mesi ormai, e l’Archivio Storico, normalmente aperto negli orari lavorativi.

Per info più dettagliate, visitate il sito della rassegna…speranzoso di incontrarvi(anche se sarò sotto mentite spoglie!) in uno dei numerosi siti, vi auguro una serena serata!

domenica, ottobre 14, 2012

L'uomo della folla in cerca...di visitatori


Buona pioggia grondante a tutti! Giorni fa, nel tardo pomeriggio, mi sono recato in via Mariano d'Amelio, dove avrebbe dovuto attendermi aperta la Galleria Mediterranea, perché ero intenzionato a visitare "L'uomo della folla", collettiva sia pittorica che scultorea, di disegno e video installazioni, inaugurata il 28 settembre e visitabile fino al 2 dicembre del 2012…tra tanti giorni che han a disposizione, proprio il giorno che eran chiusi dovevo andarci? Il vostro Rino è sfigato o cosa?
Vi tranquillizzo, sebbene la notissima legge di Murphy valga anche per me, purtroppo la Galleria Mediterranea , sebbene sulla carta dei giornali e degli articoli on line informi che aprirà dal lunedì al sabato dalle 17,30 alle 19,30, ovvero due sole ore al giorno, non è la prima volta che lascia fuori come un babbeo il vostro amico Rino.
Che scrivervi? Beh, tale mostra ospita opere di ben 16 artisti, tra i quali spicca sia il nome di un artista molto amato dalla Galleria Mediterranea, Croce Taravella, che di altri più giovani ed emergenti, come Massimo Saitta, il cui quadro è l’unica immagine del post, intitolato “Metrò”.


La mostra, che trae il suo nome dall’omonimo racconto di Edgar Allan Poe, il famoso maestro dei racconti del mistero, e dal suo fantasmagorico personaggio, per l’appunto, è nata allo scopo di esprimere il senso di straniamento e smarrimento, paura e angoscia, automatismo freddo e ripetitività, in preda alle quali vive l’uomo metropolitano d’oggi.
Nel caso siate interessati, incrocio le dita per voi affinché troviate la Galleria aperta; nel dubbio, vi consiglio di chiamarla a questo numero  091.8431857.

sabato, ottobre 06, 2012

Fino al 12 ottobre "Arte e Cultura" al Loggiato


Mentre si conclude “Tra mito e realtà” di Franco Bracciante, già dal 4 ottobre e fino al 12 ottobre 2012, il piano terra del Loggiato San Bartolomeo ospita “Palermo: Arte e Cultura”, IX mostra collettiva di Arti Figurative, organizzata per l’occasione dall’Associazione Artistica ZiZ, Il Fiore dell’Arte.


Tale esposizione ospita opere di ben 29 artisti locali, delle più varie formazioni e specializzazioni tecnico-artistiche. Come evidenzia la prima immagine, è un affastellamento disordinato di opere variegate e abbastanza discontinue per stili e tecniche, temi, che spaziano dal sacro più tradizionale e misticheggiante al profano più estremo.
F. Crispiniano - Quartiere Metropolitano

Tra gli artisti partecipanti, spiccano, a mio avviso, le opere di 2 di loro: alludo, nello specifico, a Francesco Crispiniano, talentuoso rappresentante della Junk Art, con l’opera “Quartiere Metropolitano”, multimaterica, multicolorata con suggestivi effetti tridimensionali.
Ernesto Masarà espone, invece, richiamando un po’ malinconicamente un artigianato tradizionale rivisitato, le sue opere d’intarsio ligneo “Semina” e “Il venditore di caldarroste”.

Ernesto Marasà

Titolo: Palermo: Arte e Cultura

Dove: Loggiato San Bartolomeo,
corso Vittorio Emanuele 95

Fino al 12 ottobre 2012
Orari: mar.-sab. 10-13; 16-19; domenica 10-13
Ingresso libero

Tra mito e realtà...finalmente!

Scorcio di una sala con Nike al centro


Buona sera a tutti i naviganti! E’ con lietezza che vi comunico che oggi 6 ottobre 2012, intorno alle 17…il Loggiato San Bartolomeo era aperto! L’addetto al pianterreno, un omone che non distingue un pittore da un autore, ha aperto e, finalmente, il vostro amico Rino ha visitato “Tra mito e realtà” personale pittorica (o autorica) del messinese Franco Bracciante.

Penelope nella sua casa, con orecchino in vetro colorato

Sebbene chiuda domani 7 ottobre, ho deciso di mettervi a disposizione alcune delle opere che, come in parte ho accennato nei miei precedente post, si ispirano all’antichità greca e alle drammatiche vicende d’Ulisse e sono caratterizzati da una armoniosa commistione di colori ad olio, terracotta, legno laccato, rame, tessuti, quarzi, madreperla e conchiglie e vetro...

Amazzone con tessuti, terracotta e rame

L'inganno del cavallo, con speciali tasselli in terracotta

giovedì, settembre 27, 2012

L'Odissea in siciliano per siciliani al Loggiato


Heilá, buon giovedì sera a tutti voi! Mi credevate disperso? Per le lande internettiane di sicuro! Vi è piaciuto lo sfondo così autunnale del blog? Beh, ora come ora, considerate le temperature afose di questi giorni, pare alquanto fuor di luogo!
Purtroppo in questi giorni son stato davvero oberato d’impegni e ho potuto dedicarmi poco al mio peregrinare settimanale e vi invito a pazientare in attesa che io possa liberarmi un po’ e tornare ad informarmi al più presto!
Per il momento, vi ricordo un appuntamento previsto per domani 28 settembre, alle ore 17,30, di cui vi ho scritto nel mio finora penultimo post. Mi riferisco della lettura teatralizzata di alcuni brani dell’Odissea tradotti in siciliano da Rosa Gazzara Siciliano e interpretati per l’occasione da Paolo Battaglia, con l’accompagnamento dell’arpa di Romina Copernico…se indossassero tutti una tunica e al posto dell’arpa ci fosse una cetra od una lira penso che l’effetto sarebbe suggestivo.
Quale sarà la speciale scena di questa rappresentazione? Beh, nessuna sede sarebbe più degna di questa! Sarà il Loggiato di San Bartolomeo, affacciato sul mare, che, come ricorderete (cliccate qui per rivedere il mio articolo), fino al 7 ottobre ospiterà “Viaggio tra mito e realtà” del gioviale e talentuoso artista palermitano Franco Bracciante.
Spero accorriate numerosi e godiate, anche al posto mio, di questo originale evento gratuito.

domenica, settembre 16, 2012

Abbandonate ogni speranza voi che cercate d'entrare...al Loggiato!

Buona mattina a tutti, miei cari e affezionati lettori! Oggi vi scrivo con rammarico perché, per me, è uno di quei giorni in cui prendo atto del fatto che lo scopo per cui ho creato il mio blog, ovvero quello d’esaltare la sicilianità e la “panormitanitudine”, scema come farina di ceci esposta al vento… e considerato il vento e le intemperie di queste ultime giornate, penso che non sarà difficile immaginarla volare via!

Come spesso faccio di sabato pomeriggio, ieri mi sono recato, pregno di curiosità, innanzi al Loggiato San Bartolomeo, per potere ammirare la mostra personale del pittore siciliano Franco Bracciante intitolata “Tra mito e realtà”.


Questa mostra è nata come una miscela armonica tra arte micenea, miti greci e originali rivisitazioni moderne. Dovrebbe comporsi (a breve vi spiegherò il condizionale!) di pannelli materici che fondono la più tradizionale tecnica pittorica insieme con il legno, il rame e la ceramica, i materiali più ricorrenti tra le arti plastiche micenee. Il tema conduttore di tali pannelli è quello degli antichi miti greci. Pare che Bracciante abbia tratto maggiormente spunto da Ulisse e dall’Odissea, considerata la costante presenza del mare sullo sfondo, in molte delle sue opere. In quel pannello con quella reputo essere Penelope intenta a lavorare al telaio, alle sue spalle si vede una finestra che s’affaccia sul mare, il punto d’incontro tra due cuori innamorati e, al contempo, l’ostacolo più grande da superare per ricongiungersi con Ulisse.


Cosa è successo ieri pomeriggio? In parte avrete capito dalla prima immagine che ho inserito nel post. Alle 16,15 il Loggiato era chiuso! Mentre, ingannando me stesso, mi accingevo ad abbassare la maniglia della porta d’ingresso scoprendola sbarrata, alle mie spalle una voce d’uomo mi comunica che la sede espositiva è chiusa e che lui è… l’artista! Immaginate il mio stupore? L’artista tagliato fuori dal vedere le sue opere…temporaneamente “sequestrate” dall’addetto che avrebbe dovuto, semplicemente e per sole tre ore (dalle 16 alle 19), aprire, accender quattro luci e sedersi al piano terra a telefonare alla moglie o a leggersi un giornaletto! Stupisce che, in una città quotidianamente bloccata dagli operai Gesip, chi dovrebbe stare sul lavoro, né ci va né giustifica la sua assenza!

Lo mio stupore più grande è stata la reazione di Franco Bracciante, un Signore con la S maiuscola! Penso sia una delle persone più gioviali ed entusiaste che il vostro amico Rino abbia mai incontrato: senza perdere il sorriso mi ha descritto l’opera con Penelope di cui vi ho scritto e che ho fotografato da dietro il vetro, mi ha informato che gli dispiaceva moltissimo che fosse chiusa ma… che non dipendeva dalla sua volontà!

Mi ha anche anticipato che il pomeriggio di giorno 28 settembre il Loggiato dovrebbe ospitare una piccola rappresentazione di teatro popolare con passi dell’Odissea recitati in siciliano… chissà se l’addetto glielo permetterà!

Il vostro amico Rino tenterà di tornare a vedere “Tra mito e realtà” di franco Bracciante, il quale è sempre lì presente a raccontare le sue opere.

Titolo: Tra mito e realtà

Dove: Loggiato di san Bartolomeo
Corso Vittorio Emanuele 95

Fino al 7 ottobre 2012
Orari: da mar. a sab. 9-13; 16-19

Ingresso libero

mercoledì, settembre 12, 2012

Tra memoria e futuro: la Palazzina Cinese e il Museo Pitrè

Da alcuni mesi ormai, sebbene, a Palermo, pochi ne parlino proprio come se fosse un argomento tabù, sono visitabili, ad ingresso totalmente gratuito e con tanto di guida, due veri e propri tesori della città: la famosissima Casina alla Cinese, più comunemente chiamata Palazzina Cinese, e il Museo Pitrè…voi lo sapevate?

Il vostro amico Rino, poiché aveva già visitato la Palazzina Cinese nel corso di altre peregrinazioni cittadine, offrendovi un particolare scorcio “gabbiato” della stessa, colto proprio dal cortiletto interno del Museo, oggi vi scriverà delle due mostre che, attualmente, vi sono in corso.


Antica sede delle cucine e delle stalle annesse alla Palazzina Cinese, altolocata sede abitativa del re Ferdinando IV di Borbone agli inizi del XIX secolo, il Museo Pitrè è stato spostato dalla originaria sede di via Maqueda in quella attuale nel 1935, su iniziativa di Giuseppe Cocchiara, “discepolo” di Giuseppe Pitrè, famoso medico e demopsicologo palermitano.

Fino al 30 ottobre 2012 saranno visitabili “Viva Palermo e Santa Rosalia- La tradizione del Festino nelle collezioni del Museo Pitrè” e “Pitrè tra memoria e futuro”, due esposizioni a tema che rendono accessibili, in attesa che il museo riapra definitivamente, al pubblico parte delle opulente collezioni del museo.

“Viva Palermo e Santa Rosalia” espone circa cento testimonianze della radicata devozione popolare e palermitana verso la Santuzza: pregevoli sono i cartelloni dei cantastorie, che illustrano in immagini la storia di santa Rosalia, molti sono i materiali cartacei inclusivi di articoli di giornale e stampe satiriche, programmi dei festeggiamenti, speciali avvisi (ad esempio quello che impediva di affittare le sedie per godere degli spettacoli a non più di 20 centesimi!) e santini, disegnati dagli stampasanti. Tre sezioni sono dedicate alle vare, tra le quali spicca per magnificenza e grandiosità quella realizzata su iniziativa di Giuseppe Pitrè nel 1896, della quale è visibile il “modellino”. Esso è già grande di suo ma non per un caso: l’originale era alto ben 31 metri!


La seconda parte delle “sale” è dedicata all’esposizione “Pitrè tra memoria e futuro”: nelle antiche stalle, nelle cucine e nella cappella reale sono stati replicati scorsi e angoli espositivi così come Pitrè e Cocchiara li avevano originariamente allestiti. È, ad esempio, stato ricreato lo studio di Pitrè, oppure la parete che, originariamente, ospitava la ricchissima collezione di ceramiche siciliane: grasti, schifi, piatta, vivituri, cannati, quartareddi, bummuli, lemmi e così via.


In foto, oltre a proporvi la parete, vi propongo una vera e propria chicca: uno scolapasta in cui sono visibili le cuciture metalliche, su esso applicate dal consalemmaru, colui che riparava le ceramiche rotte perché, all’epoca, nulla si buttava via perché c’era sempre qualcuno che s’industriava per ripararlo!


Lussureggianti e, soprattutto, gigantesche, sono le due carrozze usate dal Senato palermitano a metà ‘800, le quali spiccano maggiormente se accostate ai compresenti carretti siciliani.

Le due cucine, nelle quali sono ancora visibili le piastrelle originali, sono state riallestite con tutti gli arnesi e utensili usati dal popolo siciliano ai tempi di Pitrè.

Vi consiglio fortemente di visitare questi siti, sia perché è gratis sia perché, dopo il 30 ottobre, non si sa se riapriranno normalmente o previo il pagamento di un biglietto d’ingresso.

Cosa: Palazzina Cinese e Museo Pitrè

Titolo mostre: Viva Palermo e Santa Rosalia- La tradizione del Festino nelle collezioni del Museo Pitrè;

Pitrè tra memoria e futuro

Dove: via Duca degli Abbruzzi 1

Fino al 30 ottobre 2012

Orari: mart.-dom. 9,30-18,30

Ingresso gratuito