Da alcuni mesi ormai, sebbene, a Palermo, pochi ne parlino proprio come se fosse un argomento tabù, sono visitabili, ad ingresso totalmente gratuito e con tanto di guida, due veri e propri tesori della città: la famosissima Casina alla Cinese, più comunemente chiamata Palazzina Cinese, e il Museo Pitrè…voi lo sapevate?
Il vostro amico Rino, poiché aveva già visitato la Palazzina Cinese nel corso di altre peregrinazioni cittadine, offrendovi un particolare scorcio “gabbiato” della stessa, colto proprio dal cortiletto interno del Museo, oggi vi scriverà delle due mostre che, attualmente, vi sono in corso.
Antica sede delle cucine e delle stalle annesse alla Palazzina Cinese, altolocata sede abitativa del re Ferdinando IV di Borbone agli inizi del XIX secolo, il Museo Pitrè è stato spostato dalla originaria sede di via Maqueda in quella attuale nel 1935, su iniziativa di Giuseppe Cocchiara, “discepolo” di Giuseppe Pitrè, famoso medico e demopsicologo palermitano.
Fino al 30 ottobre 2012 saranno visitabili “Viva Palermo e Santa Rosalia- La tradizione del Festino nelle collezioni del Museo Pitrè” e “Pitrè tra memoria e futuro”, due esposizioni a tema che rendono accessibili, in attesa che il museo riapra definitivamente, al pubblico parte delle opulente collezioni del museo.
“Viva Palermo e Santa Rosalia” espone circa cento testimonianze della radicata devozione popolare e palermitana verso la Santuzza: pregevoli sono i cartelloni dei cantastorie, che illustrano in immagini la storia di santa Rosalia, molti sono i materiali cartacei inclusivi di articoli di giornale e stampe satiriche, programmi dei festeggiamenti, speciali avvisi (ad esempio quello che impediva di affittare le sedie per godere degli spettacoli a non più di 20 centesimi!) e santini, disegnati dagli stampasanti. Tre sezioni sono dedicate alle vare, tra le quali spicca per magnificenza e grandiosità quella realizzata su iniziativa di Giuseppe Pitrè nel 1896, della quale è visibile il “modellino”. Esso è già grande di suo ma non per un caso: l’originale era alto ben 31 metri!
La seconda parte delle “sale” è dedicata all’esposizione “Pitrè tra memoria e futuro”: nelle antiche stalle, nelle cucine e nella cappella reale sono stati replicati scorsi e angoli espositivi così come Pitrè e Cocchiara li avevano originariamente allestiti. È, ad esempio, stato ricreato lo studio di Pitrè, oppure la parete che, originariamente, ospitava la ricchissima collezione di ceramiche siciliane: grasti, schifi, piatta, vivituri, cannati, quartareddi, bummuli, lemmi e così via.
In foto, oltre a proporvi la parete, vi propongo una vera e propria chicca: uno scolapasta in cui sono visibili le cuciture metalliche, su esso applicate dal consalemmaru, colui che riparava le ceramiche rotte perché, all’epoca, nulla si buttava via perché c’era sempre qualcuno che s’industriava per ripararlo!
Lussureggianti e, soprattutto, gigantesche, sono le due carrozze usate dal Senato palermitano a metà ‘800, le quali spiccano maggiormente se accostate ai compresenti carretti siciliani.
Le due cucine, nelle quali sono ancora visibili le piastrelle originali, sono state riallestite con tutti gli arnesi e utensili usati dal popolo siciliano ai tempi di Pitrè.
Vi consiglio fortemente di visitare questi siti, sia perché è gratis sia perché, dopo il 30 ottobre, non si sa se riapriranno normalmente o previo il pagamento di un biglietto d’ingresso.
Cosa: Palazzina Cinese e Museo Pitrè
Titolo mostre: Viva Palermo e Santa Rosalia- La tradizione del Festino nelle collezioni del Museo Pitrè;
Pitrè tra memoria e futuro
Dove: via Duca degli Abbruzzi 1
Fino al 30 ottobre 2012
Orari: mart.-dom. 9,30-18,30
Ingresso gratuito
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