Dal
29 agosto appena trascorso, a Palermo, via Maqueda (e non si pronuncia “macheda” perché non
vedo alcun ch, ma una semplicissima q, tipo quella di questo, quello o quell’altro ancora!) è al centro della
manifestazione (pseudo)culturale “Acchaini…Amo Palermo”, per dare spazio
all'arte, alla cultura e rilanciare commercio e turismo.
Pedonalizzato
per 6 giorni il tratto dal Teatro Massimo fino ai Quattro Canti, con appendici
anche a Piazza Bologni a Palazzo Alliata di VillaFranca, via Maqueda si veste a
festa e oltre pullulare di bancarelle in ogni dove, pseudo artigiani e pseudo
artisti, ospita la mostra fotografica
“1, 2, 4, 5 ...volti!” di Alberto Gandolfo, dedicata alle varietà culturali
cittadine: pare voluta la scelta di ritrarre in bianco e nero volti così
diversi per il colore della pelle, resi così vicini e accomunati da un destino,
unico e uguale.
Apre
eccezionalmente per questi 6 giorni, dalle 10 alle 20 no stop, la Galleria
delle Vittorie, uno scheletro nudo ormai e dall’aspetto così desolato, per
ospitare "Hydra", un’esposizione di 23 tra pittori e scultori finalizzata a rivalutare e cercare di riportare allo
splendore di una volta questo complesso commerciale che versa in uno stato di
totale abbandono dagli anni settanta.
Varie
le opere esposte ma dal destino incerto, forse come quello della Galleria,
frutto dell’improvvisazione senza progetto. Le opere sono variamente collocate
nell’ampio cortile e lasciate quasi a se stesse: le didascalie spesso mancano e,
quando ci sono, possono essere lette con la lente d’ingrandimento.
Mentre
giravo per scoprire e finalmente conoscere la Galleria delle Vittorie, mi sono
quasi sentita come la donna siciliana seduta davanti alla porta di casa (credo
sia di Adriano Ferrante), sicura di sapere dov’è fisicamente ma dallo sguardo
perso nel vuoto, alla ricerca di un punto di riferimento credibile e non
campato per aria.