domenica, agosto 31, 2014

Acchiani...Amo Palermo e scendiamo nell'oblio...

Dal 29 agosto appena trascorso, a Palermo, via Maqueda (e non si pronuncia “macheda” perché non vedo alcun ch, ma una semplicissima q, tipo quella di questo, quello o quell’altro ancora!) è al centro della manifestazione (pseudo)culturale “Acchaini…Amo Palermo”, per dare spazio all'arte, alla cultura e rilanciare commercio e turismo.


Pedonalizzato per 6 giorni il tratto dal Teatro Massimo fino ai Quattro Canti, con appendici anche a Piazza Bologni a Palazzo Alliata di VillaFranca, via Maqueda si veste a festa e oltre pullulare di bancarelle in ogni dove, pseudo artigiani e pseudo artisti, ospita  la mostra fotografica “1, 2, 4, 5 ...volti!” di Alberto Gandolfo, dedicata alle varietà culturali cittadine: pare voluta la scelta di ritrarre in bianco e nero volti così diversi per il colore della pelle, resi così vicini e accomunati da un destino, unico e uguale.


Apre eccezionalmente per questi 6 giorni, dalle 10 alle 20 no stop, la Galleria delle Vittorie, uno scheletro nudo ormai e dall’aspetto così desolato, per ospitare "Hydra", un’esposizione di 23 tra pittori e scultori finalizzata a  rivalutare e cercare di riportare allo splendore di una volta questo complesso commerciale che versa in uno stato di totale abbandono dagli anni settanta.
Varie le opere esposte ma dal destino incerto, forse come quello della Galleria, frutto dell’improvvisazione senza progetto. Le opere sono variamente collocate nell’ampio cortile e lasciate quasi a se stesse: le didascalie spesso mancano e, quando ci sono, possono essere lette con la lente d’ingrandimento.

Mentre giravo per scoprire e finalmente conoscere la Galleria delle Vittorie, mi sono quasi sentita come la donna siciliana seduta davanti alla porta di casa (credo sia di Adriano Ferrante), sicura di sapere dov’è fisicamente ma dallo sguardo perso nel vuoto, alla ricerca di un punto di riferimento credibile e non campato per aria.

3 commenti:

  1. Buonasera Sig.ra Panormitana,
    sono uno dei ragazzi del collettivo Hydra, ed oltre ad occuparmi della mia produzione pittorica sono il gestore delle pubbliche relazioni mediatiche della nostra corporazione.
    Come da buon P.R. provvedo ad osservare chi, cosa e come si parla del progetto che io e gli altri miei stimatissimi amici e colleghi accademici - difatti siamo tutte personalità formatesi presso l'Accademia di Belle Arti di Palermo, e con alle spalle anni di studi teorici e pratici, ci tengo a precisarlo perchè non saremo di certo artisti affermati nel mondo dell'arte e nel mercato, ma non siamo neppure così sprovveduti! - stiamo portando avanti.
    Intanto La ringrazio per essere venuta a visitare la nostra esposizione e di averci degnato della sua attenzione, addirittura scrivendoci una sottospecie di recensione...
    No, non sono sarcastica, dico sul serio!
    Tuttavia sarebbe più opportuno dialogare con chi organizza e mette in piedi certi eventi, prima di mettere su articoli di questo calibro che sprezzano acido da tutti i lati e sembrano finalizzati solo per gettare veleno, sarebbe stato quindi più logico e corretto da parte Sua e per onestà nei confronti dei Suoi lettori porre qualche domanda ad almeno uno dei partecipanti al progetto, per capire il motivo per cui "certe cose sono così": questo è il tipico atteggiamento del "panormitano" che "si lamenta perchè si deve lamentare", questo è il motivo per il quale Palermo non riesce ad essere al passo con le altre città europee.
    Siamo ben coscienti del fatto che la nostra esposizione ha in sé una serie di gap, e su alcuni possiamo solo prenderne atto e dichiararne la responsabilità, mentre di altri molto meno.
    La Galleria delle Vittorie ha una sua storia, un suo passato, e sembrerebbe non avere un presente, ma gente come me e il resto della mia "squadra" crede nella valorizzazione dei luoghi, costruendo un percorso a piccoli passi, intanto perchè non sarebbe onesto tenere ancora i sigilli su una galleria solo perchè in decadenza, anzi, bisogna far prendere coscienza al palermitano di tanta bellezza sfiorita, e smuovere le masse a chiederne il risanamento, e poi non possiamo di certo aspettare di svegliarci una mattina e di ritrovare la galleria così com'era stata edificata negli anni 30(!!!).
    Noi di Hydra abbiamo fatto, con l'appoggio di Maqueda Pedonale - e la parola "Maqueda" si legge "MaCHeda", dato che si tratta di una parola di derivazione spagnola, ma qualora volesse italianizzarla faccia pure! - tutto quello che potevamo, dalle discussioni per l'autorizzazione a far togliere i sigilli fino alle pulizie - non una ditta, non l'AMIA, noi ragazzi! - all'interno del plesso.
    Certo, è un posto abbandonato da mezzo secolo, non è un luogo riparato dalle intemperie e questo ci ha causato non pochi problemi, soprattutto negli ultimi giorni a causa della pioggia e del vento.
    Per quanto riguarda le didascalie, ahimè, alcune sono volate via, ma saranno state pressocchè un paio che sono poi state ricollocate; ci dispiace molto per averLa accolta nel "momento sbagliato".
    Ovviamente nessuno di noi possiede alle spalle l'esperienza su come si allestisce uno spazio del genere, soprattutto se soggetto agli agenti atmosferici e abbandonato da mezzo secolo, ma noi del collettivo Hydra non staremo di certo per questo motivo a guardare questo scempio con le mani in mano, facciamo quel che possiamo, non ci manca la buona volontà, sappiamo sempre che possiamo migliorare.
    Pertanto io e gli altri ragazzi La ringraziamo per le critiche che, seppur velenose e dovute dalla mancanza di un Suo approfondimento verso la nostra causa, saranno molto utili per la crescita del nostro progetto, e ne faremo tesoro al fine di migliorare le nostre esposizioni.

    Saluti.

    Ambra Scalisi.

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    1. Signora Scalisi, grazie per la sua inaspettata attenzione e l'accorata segnalazione. Come dico spesso (quando non scrivo), il mondo è bello perché è vario e se fossimo tutti uguali, saremmo già all'estinzione.
      Solo due precisazioni e nulla più:
      1) il mio post era dedicato all'intera rassegna, non al solo progetto Hydra e "desolato" è risultato il termine più adeguato per meglio sintetizzare l'atmosfera che si respirava: un luogo vestito a festa per soli 6 giorni che tornerà a degradarsi già dalla sera dell'ultimo;
      2) il mio blog è "artiglioso" volutamente ma non velenoso, come lei l'ha reputato, perché vuole esortare al Kaizen, ossia al miglioramento continuo.
      Saluti a lei.

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