Scorcio posteriore del Castello...a Rino piacciono le visioni alternative! |
Ieri, il
vostro Rino ha lasciato la desolata – ma così incantevole – Palermo per
intraprendere una gitarella fuori porta – dietro l’angolo! – raggiungendo la
famosissima…Ypsigro, la conoscete? Ypsigro, zona fresca e di media altitudine
secondo i bizantini, è l’antico nome di Castelbuono, ridente località in
provincia di Palermo, adagiata sulle pendici del colle Milocca, nel pieno Parco
delle Madonie, verde di frassini, ciliegi e, soprattutto, frassini.
Panorama di Castelbuono visto dal Castello |
Per molti
secoli è stata dominio incontrastato della nobile famiglia Ventimiglia, uno dei
componenti della quale, nel 1316, il conte Francesco, iniziò a farsi edificare
il famosissimo castello, che ordinò di apporre sull’arco di S.Anna, all’ingresso
dell’edificio, la seguente iscrizione, qui tradotta dal latino: “l'anno del verbo incarnato 1316, regnando il
gloriosissimo Federico, re di Sicilia, noi, Francesco, conte di Ventimiglia, di
Ischia maggiore e Geraci e signore delle due Petralie, abbiamo incominciato ad
edificare questo castello belvedere Ypsigro nel nome di Cristo”.
L'arco di S. Anna |
Il castello ha pianta quadrangolare e, sebbene sia il risultato di
numerosi rifacimenti, richiama, per il suo volume a cubo, lo stile arabo, per
le quattro torri ai quattro angoli, lo stile normanno e per la circolarità
delle stesse, le costruzioni militari sveve.
Esso ospita, in particolare, la collezione permanente della Pinacoteca
del Museo Civico di Castelbuono, una collezione di 25 opere della Donazione Di
Piazza, tra le quali, degne di considerazione sono l’opera di Bruno Caruso con
una donna – emicefala - con sullo sfondo il Castello e la scultura “memoriale” in
tufo di Disma Tumminello.
Merita un’osservazione meticolosa, poi, la famosa Cappella Palatina,
quasi interamente rivestita di stucchi, realizzata dai fratelli Giacomo e
Giuseppe Serpotta, tra le cui figure spiccano dei bizzarri e gobbi genietti
della lampada…
La Cappella Palatina e... |
i geni della lampada! |
Nelle sale vicine, inoltre, è ospitata una discreta collezione
includente esemplari dell’oreficeria siciliana, parte del tesoro di S.Anna, il
cui teschio è nella cappella – S.Anna è patrona del paese – e stoffe
preziosissime, tutte sei-settecentesche.
Dopo avere assaggiato l’Oro Bianco di Manna e aver un po’ vagato tra i
vicoli del paese – un panormitano ci vivrebbe benissimo e lo scrivo con ironia,
perché le auto sono pochissime e le strade sono viuzze tutte lastricate e a
gradini – il vostro Rino ha raggiunto la fontana della Venere Ciprea, del XV
secolo, un tempo posta all’ingresso del paese, raffigurante in alto Andromeda,
sotto una cupola verde e, in basso, Venere con Cupido.
Ho, infine, fatto un salto nel Museo Naturalistico “Francesco Minà
Palumbo”, con una piccola sezione archeologica e varie collezioni di minerali,
fossili, uccelli, come il rondone, tipico delle Madonie e tantissime specie di
coleotteri.
Il rondone |
Sebbene alcune delle collezioni siano nutrite, in moltissimi oggetti
mancano le targhette e pare poco valorizzato e, forse proprio per questo, poco
visitato.
Buon Ferragosto a tutti!
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