Tra le sedi fruibili nell’ambito de “Le vie dei tesori”, è
visitabile l’Archivio di Stato, allocato su due sedi: quella attigua alla
chiesa di S. Maria della Catena, in corso Vittorio Emanuele e quella della
Gancia, di via Alloro, della chiesa di S. Maria degli Angeli. Oserei aggiungere
che la prima – quella di cui sto per scrivervi, sigh!- è la sede sfigata,
mentre la seconda gode di maggiore considerazione.
Perché sfigata? Beh, se la filano in pochi in verità e per
una precisa ragione: parte delle sue collezioni, costituite da carte
topografiche, pergamene, manoscritti, stampe, atti notarili, distribuiti su
circa 50 km di scaffali e che documentano circa 1000 anni della storia
siciliana non sono fruibili perché in parte custoditi e d esposti alla Gancia,
in parte così deperibili, soprattutto le pergamene, che per vederli bisogna andare
su un’area del sito dell’Archivio di Stato, e osservarli nella versione
digitalizzata!
La visita è abbastanza - nonostante la pochezza delle aree
visitabili e degli oggetti da vedere – articolata e oserei dividerla in due
momenti:
1)
Vi accoglie una giovane e dolce accompagnatrice
davanti ai pannelli esplicativi della storia del sito in questione che pare (e
sottolineo pare) abbia imparato bene la storiella: la sede dell’Archivio era
anticamente la sede del convento dei padri teatini, attiguo alla navata
laterale della chiesa, alla quale si accedeva da un corridoio al primo piano
dell’archivio; il convento, trasformato in ospedale militare, dalla metà dell’800
è adibito alle funzioni che ancora oggi assolve ed, in più, è la sede della
scuola biennale di Archivistica e Paleografia.
La signorina aggiunge che l’Archivio custodisce il
documento cartaceo più antico d’Europa, risalente al 1109 e una nutrita collezione di sigilli…dei quali
è possibile visionare delle fotografie sgranate;
2) Dopo essersi spostati ai piani superiori, si
osservano tante vetrine e speciali armadi per la conservazione di carte e
documenti alquanto deperibili e qui…surprise! La dolce e preparata signorina –
e non perché ha imparato la parte – mostra ai visitatori due antichi documenti,
illustrandone le parti, descrivendo le tecniche del restauro e stupendo il
visitatore che rimane incollato ai testi mentre si danna e pensa “Manco una
foto posso scattare”.
Aggiungo, infine, che, non solo contestualmente alla rassegna,
è visitabile e lo sarà fino al 24 novembre 2013 la mostra documentaria “Archivi,
cantieri, protagonisti a Palermo”, includente documenti di vario tipo sui
palazzi dei Marassi e dei Pietratagliata, ma anche porcellane di preziosa
fattura.
Au revoir!
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