Albert
Camus ha lasciato il segno, sapete? Dopo avere ispirato l’estro creativo di
EPVS, l’artista di Tribute, mostra attualmente in corso a Palazzo Ziino, della
quale ho scritto nel mio post precedente, ho appena scoperto – mica so tutto!
So di non sapere disse qualcuno… - che è stato Albert Camus, da
amico-innamorato postumo, a divulgare l’opera di Simone Weil, la pensatrice
francese, morta prematuramente a causa della tubercolosi, cui è dedicata la
mostra di cui sto per scrivervi.
Prima
riporto la sua poesia, Lampo, che pare evocare i temi su cui è incentrata l’esposizione:
Che
il cielo puro mi mandi sul viso
–
Questo cielo spazzato da lunghe nubi –
Un
vento così forte, profumato di gioia,
Che
tutto nasca, mondato dai sogni:
Per
me nasceranno le umane città
Che
un soffio puro ha pulito da brume,
I
tetti, i passi, i gridi, i cento lumi,
Rumori
umani, quanto consuma il tempo.
Nasceranno
i mari, l’ondeggiante barca,
Il
colpo di remo e i fuochi della notte;
Nasceranno
i campi, il giavellotto lanciato;
Nasceranno
le sere, stella che a stella segue.
Nasceranno
il lampo e le ginocchia chine,
L’ombra,
l’urto alle svolte della miniera;
Nasceranno
le mani, i duri metalli rotti,
Il
ferro morso nell’urlo della macchina.
Il
mondo è nato; fallo durare, vento, nel tuo soffio!
Ma
esso muore coperto di fumo.
M’era
nato in uno squarcio
Di
pallido cielo verde tra le nubi.
Sarà
inaugurata sabato 11 gennaio 2014, alle
ore 17, all’Archivio Storico Comunale di
via Maqueda 157, a Palermo, “La città salvata. Omaggio a Simone Weil”.
Essa
riunisce le opere pittoriche di 26 artiste italiane contemporanee che, nel 2009
- anno in cui è stato celebrato il centenario della nascita della filosofa,
scrittrice e mistica francese - sono state create ed esposte all’interno della
Biennale di Venezia.
Queste
artiste, tra le quali Gabriella Benedini e Renata Boero, che saranno presenti domani
all’inaugurazione, tutte già invitate a diverse precedenti Biennali, hanno
creato i loro quadri, ispirandosi a “Venezia Salva”, tragedia incompiuta della
Weil, incentrata sul tentato sacco di Venezia del 1618 – della quale, nel 2013,
la regista Serena Nono ha realizzato un riadattamento cinematografico di
prossima uscita e che sarà proiettato, il 18 gennaio, ai Cantieri Culturali
della Zisa - e alle sue riflessioni attorno ai temi della città, della
bellezza, della malattia dello sradicamento e del sogno brutale di potere
proprio perché, come è stata definita da alcuni critici, essa è la tragedia
della vita umana, ma anche un grande oratorio tragico sulla perdita della
realtà. Secondo la pensatrice, infatti, anche
se riporto le parole di Roberto Carifi, radicarsi nel bene, operare alla luce
dei suoi fondamenti assoluti e agire,
secondo la prospettiva della giustizia, sono gli imperativi fondamentali di un
pensiero etico capace di contrastare il nichilismo della sua come della nostra
epoca, di pensare una nuova soggettività e una nuova comunità nel segno
del bene e della bellezza.
La
mostra è organizzata dell'Assessorato alla Cultura del Comune di Palermo e
dalla Biblioteca delle donne UDIPALERMO, unica biblioteca delle donne in
Sicilia, nata, nel 1987, come luogo di valorizzazione e conservazione dei percorsi
culturali e politici delle donne e sarà visitabile, con ingresso gratuito, fino al
27 Gennaio 2014 nei giorni e secondo gli orari seguenti: da lunedì a
venerdì, 9-13,30; mercoledì 15 e lunedì 20, 9-18; le domeniche 12 e 19, 9-19,
mentre domenica 26 gennaio 17-19.
Previsti
nel periodo di apertura della mostra, saranno i seguenti 3 eventi, tutti
correlati ai temi della mostra:
- sabato 18 GENNAIO alle ore
17, ai Cantieri Culturali alla Zisa, nella sala De Seta, LA BELLEZZA E LA SVENTURA, proiezione
del film “Venezia salva” di
Serena Nono;
- lunedì 20 GENNAIO alle
ore 17, all’Archivio Storico Comunale, presentazione della nuova raccolta di La rivelazione greca (Adelphi, 2014)
di Simone Weil;
sabato 25 GENNAIO alle ore
17, la sala Perriera dei Cantieri Culturali alla Zisa ospiterà la tavola
rotonda LA CITTÀ SALVATA, nella quale interverranno
Daniela Dioguardi, Goffredo Fofi e
Massimiliano Mori, Chiara Zamboni.
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