mercoledì, settembre 07, 2011

1. Dal Mare Nostrum al Mare Magnum

Un’ampia distesa d’acqua con l’illusione dell’infinità è stato, per secoli e millenni, il Mar Mediterraneo. Luogo, ma anche, nonluogo, un porto adatto agli incontri e scontri d’ogni tipo, ma anche il suo opposto, com’è normale che sia, un nonporto, solo una distesa d'acqua che scorre, nella sua infinita finitezza.

È stato il mare nostrum dei Romani, il loro luogo di identificazione ed è divenuto il mare magnum per i 17 artisti partecipanti a Mare Magnum, anteprima della “piccola Biennale” del Mediterraneo, la biennale di Filicudi, la più piccola e, forse, meno nota delle isole Eolie, che, da venerdì 2 settembre 2011 a domenica 2 ottobre 2011, è visitabile nelle sale del Loggiato di S. Bartolomeo, di via Vittorio Emanuele 25, a Palermo.

Secondo certi dizionari, l’espressione latina mare magnum, in uso a partire dal XVII secolo, significa gran confusione, caos ma, adeguata alla mostra, potrebbe essere reinterpretata come entropico continuo incontro tra artisti che, malgrado le differenze a livello microscopico d’età, nazionalità e formazione artistica, a livello macro, come quando s’osserva il mare uniforme da una posizione panoramica, paiono dialogare attraverso lo stesso umano linguaggio, quello dei simboli.

La mostra è articolata in 4 piani, ognuno legato ad un tema. Si parte col piano terra, dedicato alla località e tradizione popolare, che ospita un esiguo esempio di immagini in bianco e nero del celebre fotografo palermitano Melo Minnella; il primo piano è, invece, riservato a 5 disegni a inchiostro su carta, raffiguranti 5 volti, dell’architetto Emilio Battisti.

Memore la lingua lunga e, a volte, avvelenata, del mio caro amico Gad, devo ammettere che questa prima parte dell’esposizione sia quella più sottostimata e meno valorizzata.

Sculture di Maria Klemente
Gran trionfo e molte parole sarebbero da riservare ai piani terzo e quarto: il terzo piano è dedicato alla classicità e grecità, mista a modernità a tratti provocatoria, come evoca l’opera 305-Sine nomina herma di Francesco Pessina, raffigurante il busto stilizzato, di legno dipinto di rosso, di un uomo, sul quale, al posto della testa, è stato posato un fallo eretto. Suggestive sono le sculture di Maria Klemente, che, come ha raccontato il grazioso cicerone Viviana Donzelli, riutilizzano artisticamente resti di ancore o altri oggetti di ferro, ritrovati sui fondali al largo di Filicudi.

Il terzo piano è dedicato interamente alla contemporaneità, la più varia, multi materica e, soprattutto, multietnica.

Senza dubbio, una delle opere più significative è L’arbre de la vie dello scultore svizzero Jacques Basler, che da 35 anni scolpisce opere pregne di significato senza posa e senza nascondere che, in tutti questi anni, ha costruito tanto quanto la scultura l’ha costruito e forgiato fino all’intimo.

Unico di Eliana Maria Lorena
Nella simpatia e giocosità apparente ma, invero, assai comunicativa, spicca Unico di Eliana Maria Lorena, con le sue barbie mulatte in bacheca, indossanti abiti di varie culture mondiali, espressione dei diversi modi di sentire e vivere il corpo femminile perchè, come scriveva Marcel Mauss, il corpo coi suoi gesti e movenze sono tecniche culturalmente apprese.

Titolo: Mare magnum
Da: 2 settembre a: 2 ottobre
Orari: mar-sab 9,30-13 e 16-19.
Festivi: 9,30-13
Ingresso gratuito

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