mercoledì, settembre 21, 2011

Uova di Uecker e uova di magia a confronto

Oggi dedicherò il mio post ad un vero e proprio volo pindarico che, in parole poverissime, equivale a scrivere che passerò di palo in frasca nel giro di poche righe… speranzoso di non annoiarvi! Ci riuscirò?

Il tema di oggi sono le uova. È vero, Pasqua è ancora lontana ma non ho intenzione di scrivere di uova di cioccolato o di uova fritte che, in certi paesi, si mangiano a colazione, bensì di uova come simbolo della tradizione umana e come oggetto d’arte.

Eccovene un esempio:

Essa è un’opera dell’artista e scultore contemporaneo tedesco Gunther Uecker. Come si può vedere, raffigura un grosso uovo (sì, un grosso uovo di gallina!) interamente ricoperto di… chiodi, la vera grande “passione” di Uecker!

Dopo gli impacchettamenti del bulgaro Christo, ho deciso di raggiungere la Germania Ovest dello “scultore-carpentiere” Uecker che, da tanti anni ormai, per la precisione dalla fine degli anni ‘50, ama follemente attaccare chiodi sulle cose.

Egli, insieme con altri due artisti alternativi come Max Peine e Heinz Mack, dando vita all Gruppo Zero, ha inaugurato un modo nuovo e informale di fare arte. Dopo aver studiato attentamente la luce, i colori dello spettro e i fenomeni ottici, tutti questi artisti hanno cercato, combinando materiali diversi, di manipolare la luce e le ombre per piegarle al proprio volere in modo da suggerire e suscitare in chi guarda l’idea del movimento o altre sensazioni più interiori, intangibili e spesso fugaci.

Mentre Peine ha prediletto i metalli, il vetro e le foto, Mack il fumo, il fuoco e i tubi riempiti di elio, Uecker ha preferito creare delle sculture cinetiche piantando chiodi.

Ed ecco tornare all’uovo, universalmente simbolo della nascita, in alcuni casi, della rinascita, ma, soprattutto della vita in potenza, racchiusa da un guscio fragilissimo ma, al tempo stesso, protettivo e duro.

L’uovo, quindi, già eternato da altri artisti come, ad esempio, Picasso, Duchamp e Modigliani, è il simbolo culturale dell’uomo, che, con i chiodi di Uecker, diventa un uomo martoriato e sofferente: se trasformassimo i chiodi in spine, immediato sarebbe pensare ai tormenti di Cristo in croce.

Osservate, adesso, questo disegno.
Ovu di la magaria
Notate la somiglianza tra questo uovo ricoperto di spilli e l’uovo di Uecker? È enorme!
Purtroppo posso riportare solo un’immagine disegnata da Giuseppe Pitrè nel Catalogo Illustrato della Mostra Etnografica Siciliana, tenutasi a Palermo nel biennio 1891-92. Esso rappresenta l’ovu di la magaria, un uovo di gallina sulla cui superficie sono infilzati ben 75 spilli e, in alto, un chiodo, cui è annodato un nastro rosso.

Secondo le credenze popolari siciliane, quest’uovo è una sorta di bambola vodu (o vudù) o dagida, preparato su commissione da una fattucchiera o maara in grado di infliggere gradi differenti di male a qualche malcapitato perseguitato dall’invidia.

L’uovo, secondo i principi della magia omeopatica, rappresenta l’individuo da colpire e gli spilli le armi atte a provocare dolore o sfortuna. L’applicazione del chiodo, in cima, sulla testa, equivale al colpo di grazia sullo sventurato. Il nastro rosso legato al chiodo serve ad evitare che la maga resti anch’ella vittima.

La rottura dell’uovo, infine, simboleggia la riuscita del maleficio, cui dovrebbe seguire la morte dello sventurato.

Chissà se Gunther Uecker è a conoscenza di questa credenza popolare? Io credo e spero di no…

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