lunedì, settembre 19, 2011

Ministoria di un frutto poco noto: le sorbe...o sorbole?

Chi ha mai sentito parlare delle sorbe? O di sorbole? Sapete cosa sono? Sono dei piccoli frutti rossi autunnali, simili a bacche o simili, quando la loro forma è allungata, a delle piccole pere. Il sapore? Bè, sono particolarmente acidule ma, se lasciate maturare, secondo alcuni, sotto la paglia, diventano abbastanza dolciastre.
L’albero che le produce è il Sorbus Domestica, albero originario dell’Europa Meridionale e assai diffuso dalla Spagna alla Crimea e dalla Crimea all’Asia Minore. Sporadicamente cresce in Italia, così come in Sicilia, noto come pedi di zorbi, seppure sia noto sin dall’Antichità.

Apicio, in particolare, nel De Re Coquinaria, probabilmente il più antico libro di ricette di cui si ha memoria, suggerisce la ricetta del piatto caldo e freddo di sorbe:

patina de sorbis salida et frigida: accipies sorba, purgas in mortario fricabis, per colum colabis. Cerebella enervabis 4 cocta, mittes in mortario piperis scripulos 8 suffudes liquamen, fricabis. Adicies sorba, in se contemperabis, franges ova 8 adicies cyathum liquaminis unum. Patinam mundam perunges et in thermospodio pones, et sic eam impensam mittes, ac subtus supra thermospodium calidam habeat. Cum cocta fuerit, piper minutum asparges et inferes.

Ecco la traduzione dal latino all’italiano:

Piatto caldo e freddo di sorbe: prendi delle sorbe, puliscile e pestale nel mortaio passandole al setaccio. Snerva 4 cervella già cotte, mettile nel mortaio con 8 grani di pepe, bagna di liquamen e pesta. Aggiungi le sorbe e amalgama, rompi 8 uova, aggiungendo una tazza di liquamen. Ungi una padella pulita e mettila sulla brace calda sopra e sotto. Quando sarà cotta cospargi di pepe tritato fine e servi.

Chissà come sarà stata… penso che non la cucinerò tanto presto, specialmente se penso che il liquamen era, grosso modo, una sorta di salsa di pesce, molto simile, in preparazione, al famoso garum.

Oltre ad essere mischiato con cervella, liquamen e pepe dai romani, le sorbe hanno trovato spazio in cucina soprattutto nell’ambito dolciario: con le sorbe si preparano le marmellate o il sidro.

Al di là dell’uso culinario, le sorbe sono assai apprezzate in ambito medico per le loro proprietà astringenti, diuretiche, detergenti, rinfrescanti, tonificanti e lenitive della pelle irritata.

Proprio sulle proprietà lenitive ri zorbi, ed, in particolare, delle sue foglie si è soffermato il notissimo demopsicologo palermitano Giuseppe Pitrè, a fine Ottocento: nel corso delle sue numerose ricerche sul campo ha scoperto che le foglie bollite di sorbo applicate sui geloni, u sangu attassatu, facilitano la guarigione della parte.

Piccola curiosità sull’albero: secondo le fonti medievali, realtive alle culture celto-germaniche, insime con la quercia, il frassino e il pino, anche al sorbo era associato un potere magico ed era considerato veicolo o ponte tra l’umano e il divino.

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