sabato, agosto 20, 2011

Pasta, che passione siciliana!

Secondo l'Antropologia Strutturale del tanto compianto Claude Levi Strauss, ogni struttura sociale poggia su termini dicotomici, regolati dal principio di opposizione e correlazione come alto vs basso, vicino vs lontano, crudo vs cotto e fresco vs secco.
Che c'entra con la pasta? Eccome se c'entra!
Quando gli esperti in culinaria indagano sull'origine della pasta, affermano sempre che essa abbia un'origine assai antica e tra i primi a mangiarla ci siano i cinesi...state pensando agli spaghetti cinesi, immagino!
In realtà, come riporta nei suoi numerosi saggi dedicati alla storia del cibo e dell'alimentazione il medievista Massimo Montanari (cito solo uno dei suoi titoli: La fame e l'abbondanza. Storia dell'alimentazione in Europa, Laterza, Roma-Bari 2006), occorre distinguere tra pasta fresca  e pasta secca, per la quale l'Italia è tanto famosa nel mondo e della quale è la patria originaria. Anzi la Sicilia, e più precisamente, Trabia, località marinara a pochi chilometri da Palermo. Secondo il geografo Edrisi, infatti, nel XII secolo a Trabia sorgeva una fiorentissima industria di pasta secca, itrija. E con tria, nei libri di cucina italiani del XVI secolo era menzionata la pasta di forma allungata.
Ebbene si! I Siciliani, fieri abitatori del granaio di Roma, hanno inventato la pasta, mettendo, però, in pratica le tecniche di essiccazione della stessa, sperimentate dagli Arabi, la cui cucina tradizionale, ad ogni modo, non la contempla.
La Sicilia, inoltre, oltre ad essere una grande produttrice è divenuta presto una grande esportatrice: primi ad importarla sono stati i Genovesi, che hanno iniziato pure a produrla e a farla conoscere alla Toscana e ad altre regioni del Mediterraneo.
Tornando a Levi Strauss, è bene ricordare che la produzione locale (vedi i vermicelli toscani)  e importazione hanno, soprattutto, attecchito, nella parte più centro-meridionale dell'Europa, quella calda, mentre meno in quella alta e più fredda, amggiore consumatrice di pasta fresca (pensate ai tortellini!).
Per sovrabbondare con le coppie oppositive (alto/basso, Nord/Sud, caldo/freddo), per lungo tempo, inoltre, la pasta secca, prevalentemente fatta con acqua e farina, fu considerata un cibo basso e povero, perchè costituito da ingredienti poveri e, soprattutto, perchè si produceva e conservava specialmente nei periodi di magra e, in ultimo, si mangiava con le mani; la pasta fresca, invece, fu ritenuta appannaggio dei nobili perchè erano i soli a consumare alimenti sempre freschi, come anche la carne e il pesce. In tono dispregiativo, infatti, furono designati a lungo come "mangiamaccheroni", epiteto ereditato nel XVIII secolo dai napoletani.
Ovviamente, nei secoli seguenti, la pasta ha avuto, non a caso, una diffusione mondiale per un motivo semplicissimo, in fondo: è incredibilemnte buona.
Buon appetito a tutti!

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